Continua a diminuire la produzione industriale, soprattutto sul mercato interno, tiene l’export grazie all’anticipo di ordini dall’estero, in particolare dal mercato degli Usa, che ha anticipato l’entrata in vigore dei dazi. Per questo nel suo semestrale report sugli indicatori economici, Confindustria Genova ha usato il termine “Gioco d’anticipo“. L’impatto dei dazi di Trump, va comunque considerato, non è così impattante rispetto a quello che avrà su altre regioni.
I settori coinvolti in Liguria sono principalmente la cantieristica, in particolare quella navale e dei megayacht, dove la domanda di solito resta comunque stabile al di là delle oscillazioni dei prezzi, e i prodotti petroliferi raffinati. Confindustria ha stimato un impatto negativo tra 178 e 450 milioni di euro basandosi sul dato degli occupati liguri che lavorano in aziende esportatrici che hanno a che fare con gli Usa (1-1,3% del totale).
La contemporanea svalutazione del dollaro, effetto inedito − visto che i tassi al 4% e le politiche protezionistiche dovrebbero portare a un apprezzamento per il flusso di capitali che dovrebbe arrivare (sintomo che gli investitori non si fidano delle politiche di Trump) − mette comunque in difficoltà le aziende perché rappresenta una barriera all’export, aziende che però contano, nei prossimi sei mesi, di avere comunque ordini in espansione grazie a nuovi mercati (Medio Oriente, India, solo per citarne alcuni).
Giacomo Franceschini, responsabile dell’ufficio studi di Confindustria Genova spiega: «Dal settore dei servizi emergono i risultati migliori, sia quelli collegati alle attività manifatturiere, quindi logistica e terminal operator, sia terziario avanzato e sanità privata. Invece il turismo non progredisce, ma si mantiene comunque su alti picchi. Tuttavia ormai la produzione industriale si contrae da almeno quattro semestri su cinque ed è negativa la performance sul mercato italiano. L’export regge grazie al fenomeno del gioco d’anticipo, cioè il front loading, ma si tratta tuttavia di domanda “rubata” al domani”».
A livello nazionale gas e petrolio sono tornati ai livelli prima dell’attacco di Israele all’Iran. Tuttavia restano molto cari. «Fatto 100 il costo dell’energia in Italia, in Germania le aziende la pagano 78, in Spagna 27» chiarisce Franceschini.
«Il quadro non è del tutto negativo − commenta il presidente Umberto Risso − ci sono segnali di attesa, ma d’altronde viviamo in un’epoca di cose sospese, sappiamo bene quali sono i problemi di fondo, poi se ne si aggiungono altri che variano in continuazione, specialmente dal discorso sui dazi».
I numeri degli indicatori di Confindustria Genova
Per quanto riguarda l’industria e i servizi su Genova il confronto tra primo semestre 2025 e primo semestre 2024 mostra una variazione positiva del fatturato verso i clienti italiani (+0,9%), degli ordini dai clienti esteri (+2%), dei prezzi di vendita (+0,4%), del costo del lavoro (+1,4%) e degli occupati in organico (+0,2%). In calo il fatturato verso i clienti esteri (-0,2%) e gli ordini dai clienti italiani (-1,7%).
Nel dettaglio del manifatturiero spicca il tesoretto del +3,9% degli ordini dall’estero in un comparto dopo di positivo ci sono i prezzi di vendita (+0,4%), il costo del lavoro (+1,5%), il costo delle materie prime/semilavorati (+1,4%) e degli occupati in organico (+0,2%). Calano invece produzione (-1%), il fatturato Italia (-2%), il fatturato estero (-0,1%), le giacenze prodotti (-0,4%) e gli ordini Italia (-1,7%).
In difficoltà l’impiantistica metalmeccanica (produzione -4,3%) nonostante l’aumento delle commesse all’estero, la chimica-plastica e il tessile. Giù anche l’alimentare.
Tutti positive le percentuali del terziario avanzato: fatturato Italia +2,2%, fatturato estero +0,6%, ordini Italia +1,2%, ordini estero +0,8%, occupati in organico +1,4%.
Spicca l’aumento del fatturato della sanità privata: +5,8%, aumentano anche prestazioni (+1,5%) e prezzi di vendita (+1,9%), il costo del lavoro cala del -0,7% e il costo dei materiali del 2,9%, giù anche gli occupati in organico (-0,5%).
Per quanto riguarda il turismo la variazione è leggermente negativa sul fatturato Italia (-0,1%) e sul costo del lavoro (-0,2%). In rialzo il fatturato estero (+1,3%) e i prezzi di vendita (+0,7%). La variazione dei movimenti uristici nella città metropolitana è positiva per il 6% sugli arrivi e del 5,5% sulle presenze.
Le previsioni per il secondo semestre 2025 delle aziende liguri è di un +2,3% di fatturato, di un +1% di ordini, stabili le esportazioni e +0,6% gli occupati in organico.