Ottavo anno consecutivo di crisi per l’edilizia, che a livello nazionale rispetto al 2007 ha perso il 40% degli investimenti, pari a 70 miliardi di euro, 80 mila imprese e 500 mila posti di lavoro (700 mila se contiamo anche i lavoratori dei comparti connessi) e senza nuove politiche è destinata a soffrire ancora. A lanciare l’allarme è Filippo Delle Piane, presidente di Ance- Assedil Genova. Per quanto riguarda Genova, secondo i dati della Cassa edile dal 2007 a oggi si sono persi 4 mila addetti e 700 imprese.
«Purtroppo – spiega Delle Piane – nel primo semestre del 2016 non risultano confermati i segnali di potenziale ripresa avvertiti nel 2015. Tutti i dati, per quanto non omogenei, provenienti da fonti diverse, indicano che per l’edilizia la crisi non è finita. Sono in aumento soltanto le transazioni immobiliari e le ristrutturazioni ma si tratta di fenomeni con scarso impatto sull’edilizia. La crescita delle compravendite si deve al fatto che dopo otto anni chi aveva necessità di acquistare una casa ha deciso di non attendere oltre, e anche alla ripresa del credito alle famiglie. Nell’offerta dei mutui sono comparsi prodotti molto aggressivi. L’incremento delle ristrutturazioni riguarda prevalentemente il settore artigiano, non il nostro».
Nel settore pubblico «l’entrata in vigore del nuovo Codice appalti ha bloccato i bandi di gara. Con l’entrata le nuove norme a Genova nel mese di giugno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente abbiamo avuto una drastica flessione delle pubblicazioni: -35% in numero e -75,1% per quanto riguarda il valore. Il Codice – precisa il presidente dei costruttori genovesi – ha obiettivi condivisibili, ma una rivoluzione copernicana come questa necessita di un periodo di gestione transitorio, di una modifica di alcune norme, bisogna dare alle imprese il tempo di adeguarsi».
Nel privato «è giusto parlare di efficientamento, di risparmio energetico ma non dobbiamo fermarsi agli slogan, bisogna sviluppare una normativa coerente con queste indicazioni, una fiscalità premiante, gli incentivi vanno messi a regime e rimodulati. Ed è indispensabile modificare la legge urbanistica che è ferma al 1968, quando il paese era molto diverso da ora».
Anche le imprese devono evolvere, «il mercato non ci aspetta, richiede aziende più strutturate, anche perché il credito va sempre più difficilmente alle pmi, considerate ad alto rischio. Purtroppo stiamo andando nella direzione contraria, nell’edilizia il settore che ha subito la maggiore contrazione è quello delle medie imprese, con un numero di addetti che va da nove a 50, mentre sono aumentate le microimprese. Proprio il contrario di quello che chiede il mercato».
Secondo Delle Piane bisogna puntare sia sulle grandi opere sia sulla manutenzione. Le une non escludono l’altra. «L’Alta Velocità ha dimostrato di poter cambiare l’economia di una città ma bisogna investire anche nel decoro urbano, a Genova abbiamo rinunciato alla manutenzione ordinaria, eppure è importante anche il modo in cui si presenta una città, soprattutto una città come la nostra che inizia ad attirare flussi turistici importanti. Facciamo in modo che chi viene qui ci ritorni».
Infine, per rilanciare la città occorre «una visione strategica, non si può continuare a valutare i progetti in base a interessi particolari e a discutere su tutto senza decidere».