Facciamo il punto sulla situazione dei mercati finanziari europei ed extraeuropei. Negli Stati Uniti la revisione al rialzo del tasso di crescita del Pil relativo al primo trimestre (eff.: 1,10%; prec.: 0,8%) e le accelerazioni messe a segno dall’indicatore di fiducia dei consumatori e dall’Ism manifatturiero (Institute for Supply Management) segnalano che l’economia a stelle e strisce sta continuando a percorrere un sentiero di crescita economica moderata.
Nell’area Euro, a giugno, il tasso di crescita annuo dei prezzi al consumo è ritornato in territorio positivo (eff.: 0,1%; consensus: 0,0%; prec.: -0,1%), un dato che gli esperti interpretano come un incoraggiante segnale di allentamento delle recente pressione deflattive. Positiva, in quest’ottica, anche l’accelerazione dal 4,6% al 4,9% del saggio di crescita annuo dell’aggregato monetario ampio M3, un indicatore di tendenza della crescita economica prospettica.
In Cina i principali indici Pmi puntano, a giugno, a un miglioramento delle prospettive di crescita del settore servizi. Più fiacca la dinamica del settore manifatturiero che, in base all’indice Caixin, ha continuato a contrarsi. Nei giorni successivi alla vittoria del fronte del Brexit, che ha portato in pochi giorni la sterlina a deprezzarsi del 10,25% contro euro e l’Euro Stoxx 50 a lasciare sul terreno circa il 12,40%, l’avversione globale al rischio ha ricominciato a scendere. Con la stabilizzazione della sterlina, lo S&P 500 è ritornato rapidamente in prossimità dei massimi d’anno, nella sua migliore settimana dal 2016, trascinando al rialzo i principali listini azionari mondiali. Il rimbalzo, avvenuto in un contesto di tassi a lunga USA ancora in moderata discesa, ha contribuito a sostenere anche bond e valute emergenti, che dal post Brexit non hanno quindi registrato correzioni significative.
La buona tenuta evidenziata dai dati macroeconomici statunitensi ed europei, nonché la resilienza mostrata finora dai mercati finanziari allo shock Brexit, inducono gli esperti a mantenere uno scenario centrale atteso di medio termine di moderata espansione per l’economia globale. Ribadiamo quindi un’indicazione di medio periodo di graduale accumulo sulle classi di attivo di tipo rischioso, specie sui mercati più penalizzati nel recente passato, come l’azionario Giappone, area euro e Italia. Ancora interessante, tra gli emergenti, l’azionario cinese.
Nel più breve termine, diverse considerazioni suggeriscono di mantenere un atteggiamento di maggiore cautela. Secondo gli esperti, i mercati potrebbero non avere ancora scontato pienamente l’effetto della Brexit: secondo diverse misure di parità del potere d’acquisto, la sterlina risulta ancora sopravvalutata contro euro. Questo suggerisce un potenziale di ulteriore deprezzamento della divisa britannica, dai valori attuali, un fatto che potrebbe portare a una ulteriore correzione sui mercati azionari. Inoltre, molte asset class (azionario Brasile e Russia, emergenti, valute emergenti, petrolio, materie prime, a titolo di esempio) sono reduci da un vigoroso rally, un fatto che potrebbe portare a delle prese di profitto nelle prossime settimane.