Un tavolo di confronto con la parte datoriale, Confindustria e i lavoratori per trovare soluzioni sul futuro dei 48 lavoratori di Technisub e salvaguardare il knowhow aziendale, storico marchio con sede in Val Bisagno.
È quanto emerso durante l’incontro, oggi pomeriggio, a Palazzo Tursi tra l’assessore al Lavoro e Sviluppo economico Mario Mascia, insieme al presidente del Municipio IV Valbisagno Maurizio Uremassi, che hanno ricevuto, al termine del corteo, i lavoratori e i rappresentanti sindacali dell’azienda che produce materiali per il nuoto e il diving.
L’azienda francese intende chiudere lo stabilimento di Genova per trasferire la produzione a Blackburn, in Inghilterra.
Mascia dichiara: «L’azienda è sana, ai lavoratori è stato richiesto anche uno sforzo da qui a fine anno per ulteriori carichi di lavoro: in questi termini quindi auspichiamo che ci si possa sedere attorno a un tavolo e trovare soluzioni a mente fredda, perché non è accettabile che si chiuda un marchio storico senza valutare le ricadute per i dipendenti, le loro famiglie e il territorio dove l’azienda opera da oltre mezzo secolo. Il sindaco Bucci mi ha delegato ad affrontare con la massima urgenza la situazione. Siamo bene consapevoli che questa vertenza debba essere affrontata nella sua globalità con l’impegno da parte di tutte le parti in causa a salvaguardia di un’eccellenza della nostra città».
Nel corso dell’incontro, fa sapere la Uilm, sono emerse posizioni inconciliabili tra il sindacato e l’azienda: per la Uilm è inaccettabile che un’altra azienda che ha radici profonde sul territorio decida di lasciare al suo destino 48 famiglie che resteranno senza lavoro e senza salario.
«Chiediamo che venga aperto un tavolo istituzionale che metta al centro l’occupazione per le lavoratrici e I lavoratori che, al momento, rischiano di pagare il prezzo più alto intorno alla vertenza − spiega Luigi Pinasco, segretario generale della Uilm Genova − ne abbiamo le tasche piene di multinazionali che comprano e poi spremono lavoratori e territorio. Questa azienda esprime grandi competenze grazie all’impegno e alla formazione di 48 addetti che meritano rispetto e risposte. Technisub ha scritto pagine importanti della storia del nostro territorio, porta il marchio ideato da un genovese e ci aspettiamo che le istituzioni difendano e vogliano mantenere occupazione e lavoro di qualità. Il comportamento dell’azienda lede la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e scalfisce l’importanza anche delle istituzioni liguri alle quali oggi chiediamo un interessamento concreto alla vicenda».
Stefano Bonazzi, segretario generale della Fiom Cgil Genova, dichiara: «Nell’incontro che si è svolto in Confindustria con i rappresentanti dell’azienda abbiamo ribadito la nostra contrarietà alla chiusura del sito produttivo. Stessa richiesta anche nel successivo incontro in Comune di Genova con l’Assessore alle attività produttive Franco Mascia al quale abbiamo chiesto un intervento diretto dell’Amministrazione per evitare che Genova perda un altro insediamento industriale. Technisub è un marchio storico che vogliamo tutelare insieme ai suoi dipendenti e all’indotto che vi gravita attorno. Al Comune abbiamo chiesto un tavolo di confronto tra tutte le parti interessate allo scopo di gestire la vertenza ed impedire che Genova perda altri posti di lavoro».