I canoni di locazione continuano a crescere in tutte le grandi città italiane anche se a tassi inferiori rispetto al semestre precedente: l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa registra +3,4% per i monolocali, + 3,0% per i bilocali e +3,2% per i trilocali. A Genova, però, la variazione tra il II semestre del 2022 e il I semestre del 2023 è la più bassa registrata tra le città prese in esame: +1,1% per i monolocali, +0,2% per i bilocali e +1,3% per i trilocali.
Per quanto riguarda l’importo, i canoni medi d’affitto a Genova sono tra i più bassi: circa 321 euro di media per i monolocali, 415 euro per i bilocali e 500 euro per i trilocali.
«Dopo il calo importante dei valori registrato nel 2020 a causa della diminuita domanda e aumentata offerta scaturite dalla pandemia, – afferma Fabiana Megliola, responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa – continua l’andamento positivo iniziato nel 2015. Il mercato lamenta una preoccupante carenza di immobili dovuta al fatto che molti di essi sono stati affittati con contratti di lungo periodo durante la pandemia. Numerosi proprietari preferiscono gli short rent temendo un’eventuale morosità degli inquilini. Desiderano anche assicurarsi la possibilità di rientrare in possesso dell’immobile. A contribuire al rialzo dei valori anche l’inflazione e l’aumento della domanda alimentata da chi ha difficoltà di accesso al credito».
Nel primo semestre del 2023 il 70,1% ha cercato casa in affitto come scelta abitativa, con una lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando la percentuale era pari al 71,2%. In questa categoria rientrano coloro che non riescono ad acquistare o volutamente scelgono l’affitto. Aumentano i contratti stipulati da chi cerca per motivi di studio che passano da 3,8% a 5%, sostanzialmente stabili quelli stipulati per motivi di lavoro (da 25% a 24,9%).
Nella prima parte del 2023 si sono stipulati prevalentemente contratti con le fasce più giovani di età, comprese tra 18 e 34 anni (45,5%), in leggero aumento rispetto al 44,3% dell’anno scorso.
I dati sui contratti stipulati nella prima parte del 2023 segnalano un aumento di quelli a canone transitorio che ora si attestano intorno al 25,4% (da 20,7% di un anno fa).
Tiene ancora il canone concordato, ma occorre capire quanto ancora potrà essere appetibile alla luce dell’aumento della domanda che trascina al rialzo i canoni sul libero mercato.