Via libera del Consiglio regionale al protocollo generale di intesa tra l’Università di Genova e Regione per lo svolgimento dell’attività assistenziale dell’ateneo nel quadro della programmazione nazionale e regionale.
«Per la prima volta l’accordo va oltre quello che finora erano le strutture tradizionali – dichiarano il presidente della Regione Giovanni Toti e l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola – Nell’individuare come azienda di riferimento per la Scuola di Scienze mediche e farmaceutiche l’Irccs Policlinico San Martino che, assieme all’Irccs Gaslini per l’attività pediatrica, è le sede principale per lo svolgimento di attività di assistenza, didattica e ricerca, si apre anche ad ulteriori strutture. In particolare si guarda alle ali della regione e quindi sia a Levante sia Ponente per strutture della rete assistenziale regionale o presso strutture private accreditate e convenzionate con il servizio sanitario regionale ovviamente nel rispetto della programmazione sanitaria regionale».
Il documento, che rinnova un protocollo in scadenza il 30 settembre, disciplina i rapporti tra Regione e Università in materia di attività assistenziali nell’ambito del servizio sanitario regionale. Tra le novità previste la costituzione presso Iclas (Istituto clinico ligure di alta specialità) della Struttura semplice dipartimentale a direzione universitaria “Cardiochirurgia ad indirizzo mini-invasivo”, da perfezionare mediante un’apposita convenzione.
«Si tratta di un atto moderno – concludono Giovanni Toti e Angelo Gratarola – che rispetta le regole della formazione ma che pone una innovazione cioè quella di allargare la capacità di interazione dell’Università anche con strutture che stanno lontane dalla città di Genova dando un volto totalmente ligure all’Università».
La proposta è stata approvata con 17 voti a favore (maggioranza) e 10 astenuti. Alcuni dubbi sono stati sollevati da Roberto Centi (Lista Ferruccio Sansa) il quale ha espresso apprezzamento per il fatto che il testo diffonde personale universitario su tutto il territorio regionale, con ripercussioni virtuose soprattutto per le Asl periferiche come la Asl5 spezzina e la Asl1 imperiese, ma ha rilevato alcuni aspetti potenzialmente negativi, per esempio, relativamente alle nomine. «Il fatto che l’Università di Genova possa nominare alcuni primari, escludendo quindi il concorso, crea delle situazioni che se non ben governate con chiari paletti rischiano di creare parecchi problemi. I due principali rischi che vedo sono: svilire le aspirazioni di quei medici che ambiscono a diventare primari attraverso un percorso fatto sul campo e avere dei primari nominati che finiscono con l’essere assorbiti dagli impegni accademici e di ricerca».