«Per la sola Liguria possiamo stimare circa 900 milioni di euro di crediti bloccati. La cifra è per difetto perché riferita prevalentemente al superbonus che non è l’unico strumento utilizzato. Non tiene conto di altri bonus presenti e utilizzati come gli ecobonus e bonus casa, che prevedono percentuali diverse di detrazione e importi molto più bassi».
Il presidente di Cna Liguria Massimo Giacchetta segnala una situazione da “allarme rosso” anche in Liguria a causa del blocco delle cessioni di crediti d’imposta per tutte le tipologie di bonus edilizi. A livello nazionale circa 8 miliardi di euro ingolfano da tempo i cassetti fiscali delle imprese, quasi 40 mila imprese della filiera vivono con lo spettro del fallimento, 100 mila cantieri rischiano il blocco e un milione di cittadini sono nel caos.
«La decisione del Governo − dice Giacchetta − anzitutto è grave sotto il profilo del metodo. Il decreto è stato approvato ignorando qualsiasi confronto con il sistema delle imprese che da tempo sollecitano un tavolo per superare la fase di profonda incertezza intorno ai meccanismi dei bonus generata dalle continue modifiche normative. Dobbiamo, infatti ricordare che il meccanismo della cessione dei crediti è stato modificato ben 11 volte e la disciplina degli ecobonus è cambiata oltre trenta volte. Un’instabilità normativa che non è estranea alla paralisi del mercato dei crediti fiscali».
Alcune Regioni si erano mosse procedendo all’acquisto dei crediti fiscali per sbloccare la situazione di stallo e anche la Regione Liguria era indirizzata in questo senso. «Le iniziative da parte di enti locali, impegnati ad acquistare crediti fiscali, sono certamente lodevoli e testimoniano la gravità della situazione ma non rappresentano la soluzione – prosegue Giacchetta −. La dimensione del problema richiede quanto mai urgente l’intervento del Governo in forma diretta quale compratore dei crediti, o coinvolgendo Cdp attraverso la cartellarizzazione dei crediti. In questo modo si può dare ossigeno a decine di migliaia di imprese della filiera e assicurare ai cittadini il completamento dei lavori avviati».
In relazione agli obiettivi di transizione energetica, secondo il presidente di Cna Liguria la scelta del Governo «contraddice etica e buon senso. Agevolare tutti i cittadini, indipendentemente dal proprio reddito, a cogliere l’occasione dei bonus edilizi è stata la migliore “scelta green” che il nostro Paese potesse compiere: il settore edile è, infatti, responsabile del 36% dei consumi energetici e del 39% delle emissioni in atmosfera di CO2».
Secondo gli attestati di prestazione energetica di Enea, al 31 dicembre 2022, gli edifici italiani in classi energetiche inferiori alla classe “D” erano il 76%. «E si dovranno adeguare, entro il 2033, almeno a questa classe di prestazione energetica in base alla direttiva ‘Case Verdi’ approvata dalla Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento europeo − ricorda Giacchetta −. Tre immobili residenziali su quattro dovranno, dunque, operare lavori di ristrutturazione entro i prossimi 10 anni. È facile intendere quanto sia poco lungimirante la scelta del Governo».