Manca ancora la Liguria nel dato di stima della contagiosità Rt comunicato oggi nella conferenza stampa del ministero della Salute. Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro ha però specificato che la prossima settimana dovrebbe aggiungersi anche la nostra regione.
Certo è che alla vigilia della fase 2, non è possibile fare una stima in Liguria.
Come è stato già evidenziato da più parti, un Rt inferiore a 1 è un dato buono perché rappresenta il numero medio di infezioni prodotte da un individuo che ha il coronavirus. Più il numero si avvicina allo zero, più ci si avvicina all’eliminazione della malattia.
A inizio epidemia Rt era circa 3, prima del lockdown intorno a 2,2-2,6.
Specificato anche che oggi è in grado di trasmettere l’infezione chi non è ancora guarito, ma anche il sommerso non testato, come ha ricordato Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler: «Si stima che il 3-5% della popolazione sia stata infettata. I positivi noti andrebbero quindi moltiplicati per 10-20 volte».
Riaprire le scuole, secondo il modello elaborato dalla Fondazione, porterebbe un ritorno del tasso di contagiosità a Rt 1,3. L’impatto invece sarebbe minimo riaprendo manifattura, edilizia, commercio senza però considerare il fattore trasporto pubblico. Proprio il Tpl è uno dei fattori più delicati secondo lo studio di Fondazione Bruno Kessler (e la concentrazione degli orari di spostamento), insieme al tempo libero e quindi alla riapertura di alloggi e ristorazione.
Durante la conferenza stampa sono state date informazioni sulla suscettibilità alla malattia per età, sulla probabilità di diventare un caso critico (andare in terapia intensiva oppure di morire senza passare in questa situazione), che aumenta dai 55 anni in su, raggiungendo cifre preoccupanti negli anziani.
Qui la replica di Toti.
Qui sotto il video integrale per approfondire.