Il Comune di Genova e la Regione Liguria, attraverso una stretta collaborazione tra l’assessorato alle Politiche Sociali del Comune e l’assessorato regionale alle Politiche Sociali, con un cofinanziamento di 300 mila euro (150 mila da parte del Comune e 150 mila da parte di Regione) annunciano l’attivazione sperimentale di un nuovo presidio sociale di comunità nel centro storico di Genova. Questo intervento si aggiungerà ai servizi diurni già presenti, coprendo fasce orarie attualmente non presidiate.
Cos’è il presidio sociale di vico di Croce Bianca?
Il presidio sociale, situato in vico di Croce Bianca 24r, nel cuore dei vicoli genovesi, è un servizio di prossimità e accoglienza rivolto a persone in stato di fragilità e marginalità anche estrema e specialmente a coloro che vivono situazioni di disagio sociale, dipendenze o gravi difficoltà economiche.
Questo presidio esiste già come punto di riferimento diurno, gestito da Afet Aquilone, ed è attivo nell’offrire supporto sociale ed educativo, garantendo l’accesso a:
Ristoro e beni di prima necessità (cibo, bevande calde, pacchi alimentari).
Servizi igienici di base (docce, lavatrici, barbe);
Consulenza legale e orientamento verso altri servizi sociali e sanitari;
Spazi di socializzazione protetti per recuperare le energie e costruire relazioni di fiducia.
Copre fasce orarie scoperte
La nuova progettualità nasce dall’esigenza di coprire fasce orarie attualmente scoperte, quelle più critiche e delicate sia per la popolazione più fragile sia per la sicurezza urbana nel suo complesso.
Per questo motivo, oltre ai servizi diurni già attivi, il presidio sperimentale prevede un ampliamento degli orari e delle attività, con una copertura costante anche in orari serali e notturni. Fondamentale sarà il contributo del personale volontario della Croce Rossa Italiana – Comitato di Genova, che si unisce a Afet Aquilone per garantire un servizio qualificato e continuativo.
Nuovi orari della sperimentazione:
Dal lunedì al venerdì: dalle 17 alle 01.
Sabato: dalle 11 alle 01.
Domenica: dalle 11 alle 17.
Un presidio per sicurezza, accoglienza e inclusione
Questo presidio, per il Comune di Genova, non è solo un luogo di accoglienza per le persone più fragili, ma anche un elemento strategico per migliorare la sicurezza del territorio e la qualità della vita dei residenti. La presenza costante di operatori qualificati svolge un’azione di prevenzione sociale, intercettando situazioni di disagio prima che degenerino in conflitti o situazioni di emergenza.
Inoltre, la competenza degli operatori permette di filtrare e indirizzare adeguatamente i casi di dipendenza da sostanze e alcol, contribuendo a decongestionare i pronto soccorso ospedalieri, spesso inappropriatamente utilizzati come punti di riferimento per situazioni di marginalità e disagio sociale.
Obiettivi del progetto e fasi
Assicurare un presidio sociale continuativo anche nelle ore più critiche e nei fine settimana;
Ridurre il rischio di conflitti sociali e migliorare la sicurezza urbana;
Offrire alternative concrete all’accamparsi o al vagare nei vicoli del centro storico;
Garantire una presenza professionale capace di intercettare i bisogni delle persone fragili e indirizzarle verso percorsi di inclusione sociale.
L’iniziativa si articolerà in due fasi principali: una prima fase dedicata al monitoraggio delle modalità gestionali e dei costi effettivi del servizio, e una seconda fase basata sulla rimodulazione del servizio in funzione dei risultati raccolti.
Il progetto si inserisce in un contesto complesso caratterizzato da un crescente aumento della fragilità sociale e del consumo di sostanze psicoattive, fenomeni che richiedono interventi integrati e capaci di rispondere ai bisogni della comunità con un approccio inclusivo e attento alla dignità delle persone più vulnerabili.
«Regione Liguria ha voluto essere al fianco del Comune nella realizzazione di questo importante progetto – spiega l’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò – l’estensione dell’orario e quindi dei servizi del presidio sociale nel centro storico genovese ha come obiettivo quello di coprire le fasce notturne, spesso le più critiche per le persone che stanno attraversando un disagio anche importante. Si tratta quindi un’azione di prevenzione sociale ma anche un aiuto per le fragilità in contesti che spesso sono complessi. La volontà è quella di dare una risposta di “sistema”, ottimizzando al meglio tutte le risorse a disposizione che sono state messe in campo a supporto delle persone fragili ma anche del territorio in generale».
«Questo spazio di ascolto e accoglienza è molto più di un semplice progetto sperimentale; è un segno concreto di attenzione e vicinanza verso chi vive situazioni di fragilità e sofferenza − aggiunge l’assessore comunale al Sociale Enrico G. Costa − sappiamo che i bisogni non si fermano alla fine della giornata lavorativa, ma spesso emergono proprio nelle ore più critiche, quelle serali e notturne. È lì che vogliamo essere presenti. Voglio ringraziare Afet Aquilone e la Croce Rossa Italiana – Comitato di Genova, realtà di cui abbiamo piena fiducia per la loro esperienza e dedizione sul campo. Comune e Regione hanno scelto di affidare loro questo spazio perché sanno prendersi cura con competenza e umanità delle persone più fragili. Questo luogo di sostegno e relazione non è solo un punto fisico, ma uno spazio vivo che restituisce dignità e speranza a chi troppo spesso è lasciato ai margini».
«La sperimentazione che andiamo ad avviare vuole essere una prima pietra per costruire una risposta alle giuste aspettative degli abitanti di poter vivere serenamente il quartiere in ore serali – dice Miriam Cancellara, presidente di Afet Aquilone − Ma contemporaneamente accogliere le persone che vagano durante la notte lanciando loro un ponte verso un possibile sviluppo di opportunità».