Oggi, nella sede di Confindustria La Spezia, Alberto Bacigalupi, presidente di Ance La Spezia, ha presentato uno studio che analizza in profondità le implicazioni economiche e sociali di una possibile interruzione del raccordo La Spezia-Santo Stefano di Magra e propone una soluzione strategica per garantire la continuità operativa e lo sviluppo economico della comunità.
Lo studio prende origine da una domanda che il sistema confindustriale, l’Autorità Portuale, l’amministrazione provinciale e il Comune della Spezia si sono posti anche a seguito della tragedia del Ponte Morandi e del crollo di quello di Albiano e dei lavori di messa in sicurezza di quello che collega La Spezia a Santo Stefano di Magra ed è stato realizzato da Confindustria Advisory e la Sapienza Università di Roma, con i contributi di Simone Lazzini, professore ordinario al Dipartimento Economia e Managment dell’Università di Pisa e di Roberto Vallarino, amministratore delegato di ITEC Engineering,
Quali sarebbero le conseguenze per il tessuto produttivo se si manifestasse l’impossibilità di transitare sul raccordo?”
«Il nostro territorio ha di fronte a sé vent’anni di sviluppo molto importante – ha detto il sindaco Pierluigi Peracchini – e di fronte ai grandi cambiamenti che ci attendono è giusto preoccuparsi anche delle eventuali criticità che, in via solo ipotetica, potrebbero verificarsi e che lo studio evidenzia nel suo scenario peggiore. Il tema va comunque visto in modo integrato con quello della mobilità dei lavoratori, e quindi del servizio casa/lavoro; delle abitazioni, delle alternative di viabilità, ma va integrato anche con il sistema ferroviario e marittimo. Una visione di futuro che tiene in considerazione tutti questi elementi per costruire un progetto che dovrà essere ragionato nelle sedi istituzionali opportune».
Lo studio ha confermato che il raccordo rappresenta un’arteria vitale per il territorio, collegando il capoluogo al porto e garantendo la fluidità del traffico merci e persone e indica soluzioni infrastrutturali concrete. La realizzazione di nuove infrastrutture, integrate con quelle esistenti, si rivelerebbe non solo un investimento necessario per garantire la sicurezza e la continuità operativa, ma anche un volano per lo sviluppo economico del territorio.
Sono previsti
una “bretella” che collegherà l’area industriale della Spezia con quella di Arcola
la cosiddetta Cisa bis che allevierà il peso del traffico sulla attuale SS Cisa
il “bypass” dell’abitato di Santo Stefano Magra.
La realizzazione di tali nuove infrastrutture, integrate con quelle esistenti, si rivelerebbe non solo un investimento necessario per garantire la sicurezza e la continuità operativa, ma anche un volano per lo sviluppo economico del territorio. A fronte di un investimento di circa 540 milioni di euro, si eviterebbe un danno potenziale annuo tre volte superiore.
Inoltre, tale investimento avrebbe effetti significativi:
incremento del valore aggiunto di circa 100 milioni di euro;
incremento occupazionale di circa 1.400 posti di lavoro stabili.
Il presidente di Confindustria La Spezia Mario Gerini ha evidenziato che «lo studio si inserisce in un progetto più ampio e anticipo che nei prossimi mesi presenteremmo proposte anche su alcuni temi che sono strategici per il mondo imprenditoriale quali:
la carenza di personale a qualsiasi livello professionale;
la difficoltà, quasi impossibilità, di trovare abitazioni per i dipendenti delle aziende che vengono a lavorare nella nostra provincia;
la crescente difficoltà da parte dei lavoratori di raggiungere il luogo di lavoro collegata all’aumento del numero delle autovetture e della conseguente difficoltà di parcheggio nelle prossimità degli stabilimenti.