Un semestre moderatamente positivo per Genova quello appena trascorso. È quanto emerge dal consueto aggiornamento semestrale di Confindustria Genova sugli indicatori economici.
“Un passo dopo l’altro” è il titolo che Confindustria ha dato a questi numeri, che sono più incoraggianti rispetto alla media italiana.
«Questi dati comportanti rappresentano un passo avanti − commenta il presidente di Confindustria Genova Umberto Risso − sicuramente la situazione della Regione con quelle questioni giudiziarie interne che possono comunque bloccare e rallentare finanziamenti, cantieri e progetti che sono in corso preoccupano le imprese, è naturale. Anche l’approvazione della misura transizione 5.0 rallenta le decisioni per gli investimenti, questa deve essere imminente, spero che quel punto interrogativo si sciolga».
Il responsabile dell’ufficio studi Giacomo Franceschini riassume: «Nei primi sei mesi del 2024 si è assistito a una moderata espansione attività economica dopo i risultati deludenti dell’anno precedente. L’occupazione continua a crescere, anche se a ritmi più moderati, dello 0,5%. C’è stato un parziale rimbalzo della produzione che ha permesso ai settori manifatturieri di contribuire al risultato complessivo. L’export ha tenuto, mentre la raccolta ordini invece delinea prospettive incerte. Cresce il porto di Genova anche se il rialzo dei noli è tra le conseguenze più evidenti della crisi nel Mar Rosso, anche se finora l’allungamento delle rotte con maggior velocità e quindi delle spese delle navi ha avuto limitati impatti sul costo delle merci. il terziario è stato ondivago: il turismo è in flessione dal punto di vista delle visite, ma la spesa resta elevata soprattutto tra gli stranieri. Sulla seconda parte del 2024 le previsioni indicano un aumento del fatturato e dell’export. Rimarrà imprescindibile contributo cantieristica, mentre si registra più incertezza sugli altri settori manifatturieri».
L’Italia
A livello nazionale si attende un altro taglio dei tassi, con quello per le imprese italiane che resta sopra il 5%. Le costruzioni sono in crescita, mentre industria e servizi sono ancora in affanno. In calo gli investimenti in impianti e macchinari, restano alti quelli in costruzioni.
«Con Piano transizione 5.0 si spera in un’inversione» sottolinea Franceschini. I consumi stanno recuperando sul fronte dei beni, ancora male i servizi.
Genova
Passi in avanti a Genova con un ampliamento giro d’affari delle aziende verso clienti sia esteri sia italiani (+0,6%). Gli ordini vanno bene dai clienti italiani (+1,5%), in negativo quelli dai clienti esteri (-1,6%). I prezzi di vendita sono fermi (+0,1%) per cui significa che l’aumento del fatturato è dovuto alle vendite. Il costo del lavoro è aumentato dell’1,3%.
Nonostante la decelerazione, resta positiva l’occupazione (+0,5%) anche se c’è stato un rialzo delle ore autorizzate di cassa integrazione (+22,8%). Le retribuzioni sono in aumento (+4,7% nell’industria nel primo trimestre contro il +3,2% del 2023 e +2,3% nei servizi da +1,3% rispetto al +0,9% di inflazione).
Tuttavia restano ancora alte le percentuali di difficoltà di reperimento: secondo i dati Excelsior la categoria dirigenti, professioni con elevata specializzazione e tecnici è al 58,8%, gli impiegati, le professioni commerciali e nei servizi al 48% e gli operai specializzati, i conduttori di impianti e macchine al 62,8%.
«Sono percentuali stabili, ormai − commenta Franceschini − su determinati gruppi professionali comincia a essere una difficoltà che permane da tempo». «Siamo ben consci del problema − aggiunge Risso − i nostri tecnici sono in contatto con gli Its, che sono molto attivi».
Per quanto riguarda la manifattura il consuntivo vede un +1,2% della produzione, con un calo degli ordini dall’estero (-3%) contro un +3,5% dall’Italia. Cresce soprattutto la cantieristica navale e la metalmeccanica. Nella seconda parte dell’anno però prevista una raccolta ordini deludente. Crescono però le commesse dall’Italia. Sale il costo del lavoro sia per l’aumento degli occupati sia per gli adeguamenti contrattuali.
Nel turismo calano arrivi (-7,2% sul 2023, ma +10% sul 2019 pre-covid) e le presenze (-5,8% sul 2023, +16,1% sul 2019), però i numeri economici sono tutti ampiamente positivi: «Il +8% dell’aumento dei prezzi di vendita non ha equivalenti in altri settori − rimarca Franceschini − mantiene una tendenza inflattiva perché c’è alta domanda. Inoltre gli occupati in organico continuano a salire, siamo a +5,6%».
Nella logistica reggono i traffici portuali (totale merci +0,5%, totale container +2,5%, con un aumento delle attività sui clienti italiani), c’è però una flessione del giro d’affari (fatturato Italia -1,3%, fatturato Estero -3%) perché continua a contrarsi il fatturato delle aziende distributrici di energia a causa del calo dei prezzi dei beni energetici. Sull’aumento dei noli basti pensare che rispetto a 5 mesi fa la tratta Genova-Shanghai è aumentata del +207%. Il centro studi di Roma di Confindustria ha sinora stimato l’impatto sui prezzi merci di un +0,9%.
Bene finanza e sanità. Anche se il terziario avanzato è fermo (+0,4% il fatturato Italia, -0,7% quello estero) sulla scia della domanda (+0,4% gli ordini italia, -0,3% gli ordini esteri), crescono la redditività bancaria e anche gli operatori del settore assicurativo (+1,1% il fatturato, +3,7% i margini lordi). Prestazioni (+1,2%) e fatturato (+4,9%) in aumento nella sanità privata dove cresce anche il costo del lavoro (+2,8%).
Per il secondo semestre le previsioni indicano un aumento moderato del fatturato grazie all’espansione del commercio estero.