In Liguria sono quasi 3.000 le imprese agricole a conduzione femminile. E grazie alle donne anche la nostra regione scopre che possono esistere più agricolture sullo stesso territorio. Abbinando aziende agricole ad agriturismi, produzione di qualità ad accoglienza.
Una forza trainante, quella delle agricoltrici liguri, che ormai ha radici lontane. Tanto che “Donne in Campo” di Cia Liguria ha raccolto in un vero e proprio tour le storie di tante di loro.
«Tante interviste dove le imprenditrici liguri dimostrano come alcune scelte, inizialmente vissute come ripiego, si sono trasformate poi in opportunità e passione – spiega la presidente ligure di Donne in Campo, Laura Oliveri (in foto) -. Alla base vere e proprie scelte di vita, spesso conflittuali rispetto ai desideri dei genitori , con la volontà di cambiare prospettiva e lavorare in spazi aperti. Con la voglia di recuperare la propria storia e la memoria di luoghi , gesti, tradizioni nelle coltivazioni come nella gestione del cibo».
“Donne in Campo” a livello nazionale, e in Liguria, sostiene reti di donne, assiste e forma modelli o alleanze di imprenditrici e organizza iniziative miranti a migliorare lo spirito imprenditoriale, la professionalità e la sicurezza delle donne nelle zone rurali e favorirne l’inserimento negli organi direttivi di imprese e associazioni. Ma soprattutto elabora una “visione” di genere dell’agricoltura italiana e del suo sviluppo, dello stato dei territori e delle culture rurali in un’ottica di preservazione e innovazione della straordinaria cultura agro-alimentare italiana.
Il video, presentato oggi presso la sala delle Letture e Conversazioni Scientifiche di Palazzo Ducale a Genova, ha l’obiettivo di consolidare ulteriormente una rete in cui si possano condividere esperienze, opportunità e difficoltà. Un viaggio che la presidente Laura Oliveri e la segretaria di Donne In Campo, Sonia Campolo, hanno affrontato semplicemente con una panda 4×4 e un telefonino. E tanta voglia di incontrarsi.
«Il risultato è un racconto dove le donne si raccontano una dopo l’altra , ognuna con il proprio bagaglio di vissuto, dando origine a un video dal taglio molto intimo da cui emerge fortemente l’immagine di una Liguria agricola d’eccellenza», conferma la presidente di Donne in Campo Liguria.
Una strada, quelle delle donne in agricoltura, spesso in salita. «Oggi le donne non solo sono assenti da provvedimenti dedicati nel Pnrr e nella Pac, ma sono state escluse dagli incentivi ad hoc della misura “Più Impresa”, non rifinanziata dall’ultima legge di Bilancio, e colpite dal netto peggioramento di “Opzione donna” – spiega la presidente nazionale di Donne in Campo-Cia, Pina Terenzi, intervenuta oggi al convegno a Genova -. Anche il Fondo Impresa Donna ammette agli stanziamenti le imprenditrici di tutti i settori, compreso quello della trasformazione alimentare, ma tiene fuori la produzione agricola. A fronte di una grande attenzione ai temi femminili sul fronte mediatico, le azioni concrete sembrano andare in un altro verso. Malgrado questo le donne continuano a rappresentare un elemento di innovazione in agricoltura , portando avanti strategie di multifunzionalità delle imprese, un rapporto diretto con i cittadini che prima non esisteva, sviluppando agriturismi e vendite dirette, valorizzando biodiversità e produzioni locali».
Il risultato è un contributo fondamentale alla tenuta delle comunità rurali. «Queste testimonianze raccolte nelle diverse imprese mettono in risalto la grande caparbietà delle nostre imprenditrici – commenta Stefano Roggerone, presidente di Cia Liguria, a conclusione del convegno – . Spesso si considerava la “femminilizzazione” dell’agricoltura un segno di debolezza per il settore considerando le donne “agricoltrici per finta” mentre gli uomini cercavano il lavoro in città. Oggi questo fenomeno si è dimostrato un punto di forza e di tenuta del settore».
«Lo sviluppo dell’agricoltura non può prescindere da un sempre maggiore coinvolgimento delle donne che, in questi anni, hanno dimostrato grande intraprendenza e capacità di innovare i prodotti e i processi di un settore chiave come quello agricolo – dichiara l’assessore comunale al Marketing territoriale, Francesca Corso, intervenuta al dibattito –. In Italia, circa un’impresa agricola su quattro è guidata da una donna: una percentuale importante che occorre far crescere ulteriormente. Il convegno di oggi è un’occasione utile a discutere e confrontarci su ciò che le istituzioni, in sinergia con gli stakeholder del settore, possono e devono fare per favorire la partecipazione e la promozione del ruolo delle donne in agricoltura, incentivando lo sviluppo dell’imprenditoria femminile e una sempre maggiore diffusione della cultura d’impresa tra le donne, grazie anche all’introduzione di incentivi ad hoc per garantire realmente pari opportunità tra le imprese guidate da uomini e donne, e valorizzando così il ruolo economico, sociale ed etico delle imprese agricole al femminile. Più aumenterà il numero di donne attive nel settore agricolo, maggiori saranno i benefici per le comunità locali, in particolare quelle dell’entroterra dove l’agricoltura ha un ruolo chiave per l’economia e la tutela del territorio».