«L’acciaio è una priorità nazionale, non solo della Liguria. Per quanto riguarda lo stabilimento di Genova, oggi conta meno di mille addetti e insiste su 1 milione e 200mila metri quadrati di aree per una produzione che è assai inferiore rispetto agli anni Settanta-Ottanta, quando occupava circa 8mila persone. Per questo è importante che il prossimo piano industriale contenga una precisa configurazione del sito e delle aree necessarie alla produzione oltre che dei livelli occupazionali, così da garantire da un lato un contributo importante alla filiera dell’acciaio senza rinunciare, dall’altro, a ulteriori attività imprenditoriali non solo compatibili ma anche complementari“. Lo ha affermato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti audito oggi, insieme all’assessore regionale alle Attività Produttive Alessio Piana e al sindaco di Genova Marco Bucci, durante la 9° Commissione del Senato Industria e Agricoltura.
«Da parte nostra – ha aggiunto Toti – è positiva la valutazione sullo sforzo compiuto dal governo per uscire dall’impasse dell’ex Ilva e per salvaguardare le imprese dell’indotto. A Genova abbiamo una situazione particolare, regolata dall’Accordo di Programma siglato nel 2005 dal governo, dagli enti locali oltre che dalle parti sociali e datoriali quando venne chiusa la produzione a caldo. Per esprimere un giudizio compiuto sull’attività che governo e Parlamento stanno portando avanti, è quindi indispensabile capire quale sarà il futuro dello stabilimento e il piano industriale nel breve, medio e lungo periodo: costruita l’impalcatura della governance, ci interessano le prospettive di quel sito produttivo e quindi delle aree necessarie a regime. Elementi che a oggi non sono chiarissimi. Genova e la Liguria hanno sempre chiesto di poter valutare nel piano industriale anche gli investimenti necessari per svincolare una parte delle aree, così da garantire sia la produzione di acciaio di eccellenza sia l’opportunità di insediare altre attività legate alla cantieristica e alla logistica. Lo hanno sottolineato anche i sindacati di categoria, nella consapevolezza che quelle aree, unite a clausole sociali – ha concluso Toti – potrebbero generare livelli di occupazione anche maggiori rispetto alla filiera dell’acciaio”.
In commissione l’assessore Piana ha dichiarato: «Seguiremo con attenzione lo sviluppo della norma che deve essere coordinata anche con i contenuti del decreto legge già adottato per dare copertura all’indotto, salvaguardare l’asse strategico dell’acciaio italiano e i livelli occupazionali a Genova. Quella dell’acciaio è una filiera strategica su cui lo Stato deve continuare a investire ed è per questo necessario avviare un percorso in cui è centrale il ruolo dell’ex Ilva nella definizione di un Piano Siderurgico Nazionale. L’impegno del Governo, come ci ha riferito a più riprese il ministro alle Imprese e al Made in Italy Adolfo Urso, è quello di mettere in sicurezza nell’immediato l’occupazione e gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia per poi, eventualmente in prospettiva, trovare ulteriori azionisti privati che possano dare sviluppo a una produzione ad altissima richiesta ma al momento sotto utilizzata».