L’aspettativa di un nuovo rialzo dei tassi da parte della Fed di 25 punti base entro fine anno e di un periodo relativamente lungo di tassi elevati ha depresso i mercati finanziari, che ieri sera avevano chiuso nell’incertezza, questa mattina hanno aperto deboli per poi chiudere la seduta in netto ribasso. Londra segna -0,69%, Madrid -1%, Parigi -1,59%, Francoforte -1,33%, Milano -1,78%. Spread Btp/Bund sui 180 punti (variazione +2,76%, rendimento Btp 10 anni +4,54%, rendimento Bund 10 anni +2,74%).
A Piazza Affari a tenuto il settore bancario, grazie ai tassi di interesse elevati. Unicredit (+2,45%) guida il listino principale, dopo l’annuncio dell’anticipo del piano di buyback e la conferma dei target di distribuzione del capitale ai soci, seguito da Banco Bpm (+1,73%) e Mps (+0,48%). Maglia nera Recordati (-5,27%) colpita dai realizzi e dalla debolezza del settore farmaceutico europeo in scia alla francese Genfit dopo i conti semestrali peggiori delle attese. Le utility sono state frenate dalle ipotesi di rinvio della completa liberalizzazione del mercato: Hera ha perso il 4,8% e A2a il 3,88%.
Il dollaro sale ai massimi da marzo contro l’euro: l’euro/dollaro è a 1,0660 da 1,0718 ieri in chiusura. Si raffforza lo yen in vista delle decisioni di politica monetaria della Bank of Japan, attese per calendario domani: un euro vale 157,18 yen (da 158,27 ieri), mentre il dollaro si attesta a 147,42 (da 147,67).
Giornata volatile per il prezzo del petrolio: il future novembre sul Wti sale ora dello 0,77% a 90,35 dollari al barile, mentre l’analoga consegna del Brent guadagna lo 0,52% a 94,02 dollari. In rialzo del 4,6% a 39 euro al megawattora il prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam.