Le edicole liguri potranno allargare la propria offerta merceologica anche ad alcuni prodotti alimentari confezionati, come bevande in lattina, dolciumi e altro. La novità è contenuta la proposta di legge del gruppo consiliare del Partito Democratico, inserita nelle modifiche al “Testo Unico in materia di commercio”, approvata all’unanimità stamani a Genova dal consiglio regionale della Liguria.
Passano gli emendamenti che prevedono incentivi e la possibilità di diffondere i servizi postali, turistici, d’intermediazione e altri servizi attraverso le edicole. «In pratica − sostiene il consigliere Giovanni Lunardon − si tratta di recuperare il loro ruolo di punto di aggregazione e prossimità sul territorio, sviluppando nuovi e originali servizi a vantaggio dei cittadini: un intervento che può contribuire ad avvicinare nuovi potenziali lettori, fra coloro che intendono usufruire dei servizi offerti, invogliandoli ad acquistare prodotti editoriali».
Il finanziamento stanziato per la fine del 2018 è di 50 mila euro: è a fondo perduto e serve, per chi vorrà, a sostenere fino il 60% delle spese di innovazione (in particolare per il rinnovo degli arredi e l’acquisto di apparati informatici). «Naturalmente si tratta di soldi che coprono un periodo ristretto, più o meno gli ultimi due mesi di quest’anno – continua Lunardon – L’obiettivo è stanziare, tramite il bilancio 2019 della Regione, una cifra proporzionata sui 12 mesi per l’anno a venire. Pensiamo a un contributo di circa 150-200 mila euro annui, per almeno un triennio».
La proposta di legge nasce sulla scorta di quanto accaduto in Lombardia, dove la Regione ha stanziato circa 900 mila euro e sono stati raggiunti risultati incoraggianti. «A Genova, nel giro di 15 anni, dai primi anni 2000 a oggi, le edicole sono passate da 500 a 293 – prosegue il capogruppo del Pd ligure – In Italia a partire dal 2001 hanno cessato l’attività 13 mila punti vendita, quasi un terzo del totale, e chi è rimasto è minacciato da una continua contrazione apparentemente inarrestabile, che cancella attività con una media del 2% l’anno. Nel 2000 i quotidiani cartacei venduti erano circa 6 milioni, scesi nel gennaio 2014 a 3 milioni e 300 mila. Le copie cartacee dei settimanali sono passate da poco più di 15 milioni nel 2001 a 9 milioni nel 2013, mentre quelle dei mensili si sono ridotte da 15 milioni a 6,9 milioni. È evidente che per sopravvivere alla situazione di difficoltà in cui versa l’intero settore della carta stampata occorre ripensare e innovare i prodotti e i servizi offerti a partire dal settore della rete di vendita, che esprime, al momento, maggiori sofferenze. Questa legge va proprio in questo senso».
Non è l’unica novità contenuta nelle modifiche al testo unico in materia di commercio, che punta a semplificare le procedure amministrative per tutte le attività commerciali: «Diffonde lo sportello unico delle attività produttive, favorisce la distribuzione delle energie
alternative e dei carburanti a minor impatto ambientale, come il gpl, il metano e le colonnine elettriche», sottolinea il consigliere Claudio Muzio (Forza Italia).
«In almeno cento località dell’entroterra − spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti − sarà favorito il servizio di erogazione dei carburanti a condizioni meno pesanti».
Approvato anche un emendamento del consigliere Gabriele Pisani (M5S) per sperimentare per tre anni nel porto di Genova la reintroduzione dei cosiddetti “cadrai”, tipica figura del commercio genovese che dal Basso Medioevo fino al 1960 a bordo di gozzi attrezzati di cucina portava il pasto ai marinai che non potevano scendere a terra. «L’esercizio, per ora sperimentale, sarà ovviamente consentito rispettando una serie di necessarie condizioni − ha spiegato Pisani − il possesso della patente nautica, la vendita complessiva per non più di 90 giorni l’anno, anche non consecutivi, in tutto il territorio regionale ma solo laddove non esistano già attività commerciali che trattano i medesimi prodotti proposti dagli ambulanti. Ma anche il rispetto dei requisiti igienico-sanitari e la vendita di prodotti esclusivamente preconfezionati e venduti nella loro confezione originaria». Secondo Pisani, «con questo emendamento rispolveriamo una figura storica della nostra città, i “cadrai”, cioè venditori di cibo tipico della cucina genovese, offerto prevalentemente ai portuali, ma anche agli equipaggi imbarcati sui velieri e sui vapori in tutto il porto genovese».