La server farm di Liguria Digitale ospiterà il centro di calcolo dell’Iit, in particolare un calcolatore da 150 gpu (i processori di ultima generazione), che crescerà nel tempo sino a 250 (al pari di quello che è in Germania, considerato il più potente d’Europa), che consentirà di svolgere analisi predittive attraverso i big data, in tema non solo sanitario: «Sarà come avere una palla di vetro sul sistema fiscale, sul sitema sanitario, sulle malattie degenerative, sul clima, prevedere vuol dire fare anche scelte politiche, è una potenza di fuoco enorme», dice Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia.
Quando l’Iit aveva scoperto che agli Erzelli non si poteva fare il bunker per ospitare i super computer era sorto un po’ di panico, la soluzione l’ha fornita Liguria Digitale, che ha «un’eccezionale server farm», dice Cingolani. Il primo super computer costerà 3 milioni di euro e sarà applicato alla cyber security, alla bioinformatica e al modeling. A breve partiranno i bandi per gli acquisti.
Cingolani ripercorre rapidamente l’esperienza di Iit, partita, operativamente, 10 anni fa quando venne inaugurato il primo laboratorio di robotica: «Oggi le sedi sono 12 in tutta italia, 2 negli Usa, 11 i laboratori con aziende internazionali che hanno creato 100 nuovi posti di lavoro, 18 le company create per un’ottantina di posti. Ci avremmo messo la firma».
Nei prossimi 24 mesi l’Iit triplicherà la presenza a Genova: l’espansione a San Quirico per la Robotica, mentre sulla collina degli Erzelli sorgerà il Centre of Human Technology e Cingolani usa un’espressione che fa gongolare soprattutto il sindaco Marco Bucci: «Genova diventerà la Boston italiana. Se andiamo a vedere le principali città high tech statunitensi sono piccole: Boston e San Francisco, c’è tutto quello che serve».
Grazie al nuovo centro di calcolo l’Iit ha intenzione di contribuire a trasformare la clinica e la medicina in modo high tech, inserendo un po’ di robotica, intelligenza artificiale, laddove si va ancora un po’ per statistiche e dice una cosa importante: «Mai come in Liguria ho trovato medici pronti a lavorare in questa direzione. Abbiamo aperto al San Martino un nostro centro, pochi giorni fa eravamo al Gaslini, collaboriamo con Pietra Ligure, stamattina eravamo al Galliera. Noi ci crediamo, sul centro degli Erzelli abbiamo messo a bilancio 39 milioni per i prossimi sei anni, addizionali a quello che già Iit investe nel settore».
Fondamentale, per Cingolani, creare l’infrastruttura per arrivare a fare in poco tempo ciò che oggi fanno i grandi centri esteri, ossia attirare giovani menti brillanti, per questo l’altra linea di investimento fissata nel nuovo piano strategico dell’Istituto è il Brain Magnet Program, attirare il meglio dei ricercatori internazionali: «Le grandi infrastrutture oggi si “fregano” i giovani italiani, vogliamo farlo anche noi. Senza infrastruttura non si va da nessuna parte».
Un modello pilota per tutta Italia.
Il Tar ha sbloccato la situazione dei ricorsi e lunedì partiranno i lavori per l’ottavo piano (il settimo è già popolato), a novembre verrà trasferito il gruppo di computation formato da poco più di 100 persone (30 saranno nuove) che contribuiranno alla costruzione del centro di calcolo (in cui si faranno attività di disegno di medicinali, big data analysis, bioinformatica).
L’Iit, tra l’altro, grazie a una gestione oculata dei fondi, ha restituito allo Stato 250 milioni che serviranno per l’Università con bandi pubblici.
Intanto a Milano è partito l’human technopole: «Nessuna competizione con Genova – assicura Cingolani – è sminuente, qui c’è talmente tanto da fare, che la sfida è con i centri internazionali in Europa e nel mondo. Siamo in un campionato mondiale in cui nel triangolo Genova-Milano-Torino, Genova non è il vertice minore. Avremo una tecnologia inhouse in ambito sanitario, che è difficile trovare nei migliori ospedali del mondo».