«Sono soddisfatto per tre motivi. Ha vinto un candidato civico liberaldemocratico come Bucci, è stata ridimensionata la destra sovranista, con Fratelli d’Italia che è rimasto dimezzato, e ha perso il cosiddetto campo largo, cioè la pretesa di mettere insieme forze che hanno orientamenti molto diversi. Non si può chiedere il voto solo per vincere in qualche modo. E la gente se n’è accorta. I voti non si sommano come le pere e le mele». Così Luigi Marattin, economista, deputato, ex di Italia viva, che ha costituito l’associazione Orizzonti liberali, commenta i risultati delle elezioni regionali in Liguria.
Alleanze eterogenee sono da escludere, secondo voi, a ogni livello?
«Questo vale a livello nazionale e anche in realtà locali come la Liguria, dove sono da realizzare le grandi opere infrastrutturali, temi di importanza strategica su cui chi amministra non può essere diviso. Non si può escludere che in alcune amministrazioni locali si possano formare ampie coalizioni ma a livello nazionale e e in territori come la Liguria questo non è possibile».
L’obiettivo di Orizzonti liberali è di dare vita, insieme ad altre forze, tra cui i LibDem, di quel mondo che Renzi e Calenda non sono riusciti ad aggregare, a un partito liberaldemocratico e riformatore. Il nuovo partito, che dovrebbe nascere entro la prima metà del 2025,si presenterà alle prossime elezioni politiche, verosimilmente nel 2027. Il processo costituente partirà con un incontro pubblico il 23-24 novembre, a Milano.
Il partito che intendete costruire non farà quindi parte di nessuno dei due schieramenti?
«Sarà indipendente ed equidistante da entrambi i poli».