Un patto tra spedizionieri, carrier, armatori e operatori di ogni segmento della logistica per supportare le aziende italiane che fanno commercio estero e frenare la crescita di costi alla quale sono esposte, in seguito ai rincari causati dagli attacchi alle navi nel Golfo di Aden e nel canale di Suez e dai conflitti in Ucraina e in Palestina. Con l’indicazione di questo obiettivo si è concluso a Palazzo Doria Spinola il roadshow del Forum Italiano dell’Export, il think tank presieduto da Lorenzo Zurino.
Al convegno, intitolato “Logistica, portualità e geopolitica dell’export: come gestire la crisi” sono intervenuti alcuni tra i più importanti operatori genovesi e nazionali della logistica e della portualità, le istituzioni del territorio e il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi.
«L’evento di oggi – ha spiegato Zurino – vuole mettere insieme la maggior parte degli imprenditori che si occupano di movimentazione di container, di spedizioni, di logistica, di trasporti, per cercare di far partire da loro un vero e proprio patto che ci metta nella condizione di superare questo momento di crisi geopolitica, in realtà una vera e propria crisi di natura bellica, che stiamo vivendo. Mai come adesso è il momento di far emergere le cose che ci uniscono più che quelle che ci distinguono. Perché non si vince mai con un io, ma si vince con un noi. Ecco, quello che noi promuoviamo oggi è il Patto di Genova. Se si riuscirà a fare in modo che a Genova nasca, grazie, magari, anche al governatore ligure, Giovanni Toti, e al sindaco, Marco Bucci, un patto che possa andare nella direzione di aiutare le imprese a essere competitive, ne trarranno beneficio tutti. E questo a fronte di una situazione per cui le previsioni per l’export, nel 2024, non si prefigurano certo a doppia cifra. Vedremo a dicembre ma, di sicuro, questo non sarà un anno brillante».
Le istituzioni hanno raccolto l’invito di Zurino.
Il sindaco di Genova, Marco Bucci, ha sottolineato che «In questo momento storico di profonde sfide e incertezze globali, l’importanza della logistica, della portualità e della geopolitica nell’ambito dell’export diventa più cruciale che mai. La crisi che stiamo attraversando – ha osservato il sindaco – ha amplificato le pressioni sui sistemi di trasporto e sulle catene di approvvigionamento, mettendo in evidenza la necessità di strategie innovative e solide per far fronte a questa sfida senza precedenti. Le dinamiche geopolitiche influenzano direttamente i flussi commerciali e i rapporti internazionali, creando sfide ma anche opportunità per gli operatori economici. È fondamentale comprendere queste dinamiche e adottare strategie flessibili e adattabili per navigare attraverso un panorama geopolitico in continua evoluzione».
Secondo l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alessio Piana, «È importante avere organizzato qui a Genova questo convegno. Bisogna lavorare e fare sistema e un tavolo come quello di oggi dello Ief, che possa favorire l’export tra gli attori della logistica è necessario. Mi attiverò pertanto ben volentieri come amministrazione regionale per supportare questi momenti di confronto».
Il mondo delle imprese si è dimostrato in sintonia con la prospettiva indicata dal Forum. Augusto Cosulich, della Fratelli Cosulich spa, ha dichiarato: «Ief a Genova rappresenta un’opportunità unica per stabilire un sistema di collaborazione solido tra istituzioni e imprenditori. Reputo che regole chiare e certezze siano fondamentali per incoraggiare gli imprenditori a fare gli investimenti necessari». L’augurio, «è che questo evento possa segnare l’inizio di una maggiore cooperazione e sinergia tra tutti gli attori del settore. Genova, con il suo ruolo strategico nel panorama portuale italiano, merita di essere al centro di questo scambio e confronto».
Eugenio Puddu, partner Deloitte, ha evidenziato che «parlare di export in questo contesto dove ci sono eventi di guerra su vari territori, è strategico e lo è soprattutto in un territorio come questo. Ricordiamoci che il convegno si sta svolgendo a Genova, una città che per anni è stata un riferimento del commercio internazionale. E non erano certi anni tranquilli, erano anni molto turbolenti. Pensiamo a quanto era importante poter rappresentare la bandiera di Genova sulle navi che allora erano in viaggio, in mari molto pericolosi. Oggi abbiamo una situazione difficile su molti mercati esteri, ma questa non può essere un attenuante. Deve emergere la capacità delle aziende di realizzare piani, a volte anche audaci, ma questo è il mestiere dell’impresa, vuol dire affrontare i rischi e creare valore, affrontare dei rischi però con consapevolezza. Questa è la raccomandazione che mi sento di esprimere anche nell’ambito dei gruppi di lavoro che come Deloitte abbiamo dedicato all’internazionalizzazione perché a volte si parla troppo facilmente di andare all’estero senza essere consapevoli di cosa vuol dire, di come bisogna essere preparati, di cos’è che serve per esportare su quei mercati, di cos’è che vogliono quei consumatori. Quindi giusto parlare di export, forse eravamo proiettati in una dimensione di minore turbolenza, ma i tempi sono cambiati, non possiamo tornare a vivere nel nostro piccolo, dobbiamo comunque continuare a pensare che i mercati internazionali vanno gestiti, vanno governati, vanno governati però con consapevolezza».
Anche per Puddu la collaborazione, tanto più in momenti come questo, è fondamentale. «La ricostruzione del ponte di Genova – ha ricordato – per i tempi e i modi in cui è avvenuta è la dimostrazione concreta di cosa vuol dire remare insieme».
Il viceministro Rixi, intervenuto via video, ha concluso: «In definitiva, è fondamentale chiarire alcuni concetti. Il continente europeo esporta quasi tutto. L’industria italiana si basa sull’export e questo vuol dire che che per noi la catena logistica è fondamentale. Siamo un Paese che vive non solo sulla sua capacità industriale ma sulla sua capacità di poterla rifornire. L’arco tirrenico e ligure hanno alcune criticità, quali ad esempio, gli Appennini. Tutte le merci del continente europeo, in entrata e in uscita, devono passare dal sistema marittimo. La grande scommessa deve essere dunque quella di rinforzare il sistema logistico del Paese. Bisogna superare i colli di bottiglia naturali, quello alpino a Nord e quello appenninico a livello tirrenico. Il nostro Paese è l’unico che ha tutte le coste nel Mediterraneo, dunque tanto dipenderà anche dal ruolo che riusciremo a dare nei prossimi anni al Mediterraneo»