Per la prima volta al mondo, nella Clinica Montallegro di Genova, è stata impiantata una protesi peniena tri-componente in anestesia locale. L’articolo scientifico è stato accettato per la pubblicazione sull’International Journal of Surgery. Autori dell’articolo e dell’intervento Aldo Franco De Rose, urologo e andrologo, presidente dell’Associazione andrologi italiani ; Fabrizio Gallo, urologo; Donatella Giua, anestesista.
L’operazione è stata eseguita su un paziente di 60 anni affetto da disfunzione erettile non responsiva alle terapie orali con inibitori della fosfodiesterasi 5 né a iniezione intracavernosa di alprostadil a seguito di un incidente motociclistico che aveva determinato lesioni vertebrali. Per questo, il soggetto è stato immediatamente sottoposto a intervento chirurgico alla colonna vertebrale, con posizionamento della placca vertebrale lombosacrale, cui è seguito un lungo protocollo riabilitativo. Successivamente, durante un intervento chirurgico al ginocchio per disordini posturali derivanti dall’incidente, il paziente aveva subìto un arresto cardiaco, che aveva reso necessario il trasferimento in rianimazione per 20 giorni. Queste due condizioni – le placche metalliche a livello lombosacrale, che impedivano l’anestesia spinale, e il pericolo di un nuovo arresto cardiaco durante l’anestesia generale – hanno portato a programmare l’impianto di protesi peniena tri-componente in anestesia locale.
«L’impianto di una protesi peniena – dichiara De Rose a Clinica Montallegro.it – rappresenta una valida opzione terapeutica quando un trattamento farmacologico risulti inefficace o controindicato; le ricerche riportano tassi di soddisfazione di paziente (e partner) che variano dal 75 al 100%, a seconda del tipo di protesi. Questi dispositivi sono oggetto di costante sviluppo e hanno raggiunto oggi un’elevata affidabilità meccanica e di sicurezza. Anche se queste procedure vengono generalmente eseguite in anestesia spinale, alcuni autori riportano risultati incoraggianti con l’impianto di protesi peniene semirigide o a due componenti in anestesia locale, solitamente con sedazione endovenosa. Fino a oggi, però, nessun autore ha eseguito l’impianto di un dispositivo a tre componenti in anestesia locale. I risultati sono stati eccellenti. Il paziente non ha riportato alcun dolore durante l’intervento e il follow-up è stato privo di eventi avversi. 1 mese dopo l’intervento chirurgico – tempo necessario di attesa post-operatoria – il paziente ha segnalato il primo rapporto sessuale soddisfacente. Certamente – sottolinea De Rose – un risultato clinico e funzionale soddisfacente che premia un lavoro molto complesso»
In entrambi i corpi cavernosi del pene vengono impiantati 2 cilindri gonfiabili, mentre la pompetta viene alloggia nello scroto, tra i testicoli. Nella porzione addominale, in fossa iliaca destra viene posizionato il serbatoio AMS Conceal™ , che contiene circa 130 cc di soluzione fisiologica.
«Per attivare la protesi peniena – spiega De Rose – è sufficiente premere 4-5 volte la pompetta posizionata nello scroto, tra i due testicoli. Ciò permette di ottenere una ottima erezione, in quanto i cilindri nei corpi cavernosi si riempiono della soluzione fisiologica contenuta nel serbatoio; al termine del rapporto sessuale, la protesi può essere sgonfiata premendo un pulsante facilmente individuabile con palpazione digitale, che consente alla soluzione fisiologica di andare in senso inverso, cioè dai cilindri al serbatoio. Inoltre, la protesi garantisce la completa rigidità del pene durante il rapporto sessuale, senza minimamente compromettere la sensibilità per cui rimane inalterata eiaculazione, se presente prima dell’intervento e orgasmo. Infine, questo tipo di protesi non comporta alcun disagio e non causa alcun fastidio o imbarazzo, essendo praticamente invisibile a pene sia flaccido sia in erezione»