Con il Ddl 152 “Modifica all’articolo 10 della legge regionale 9 agosto 2021, n. 13 – Impostazione delle misure finalizzate all’attuazione della ripresa e resilienza ligure” la giunta regionale trasferisce 35 milioni di euro previsti per le prestazioni sanitarie del 2023 per colmare un buco finanziario del 2022. È quanto sostengono i consiglieri di opposizione Enrico Ioculano (Pd) e Fabio Tosi (M5S).
«Trentacinque milioni di euro destinati ad assicurare i servizi sanitari da erogare nel 2023 verranno usati per coprire disavanzi passati: una situazione inaccettabile, risultato delle cattive o mancate scelte operate nel corso del 2022 dalla Giunta Toti». Così il consigliere regionale del Partito democratico e relatore di minoranza Ioculano, dopo la discussione in aula del Ddl 152, approvato dal Consiglio con 19 voti a favore della maggioranza (11 i voti contrari).
«Uno scenario da noi già previsto e annunciato durante la nostra relazione al bilancio consuntivo del 2021, quando Toti esultava per un pareggio, che nei fatti, come da noi sottolineato, non c’era − dice Ioculano −, perché era frutto della riduzione delle prestazioni erogate durante la pandemia e dell’aumento dei trasferimenti dallo Stato. Oggi viene presentato il conto di quanto non è stato fatto, richiedendo una riduzione del numero di prestazioni pubbliche sanitarie e socio sanitarie per colmare quello che un pareggio di bilancio non era».
«Non c’è limite alla malagestione della sanità: la giunta ora userà i 35 milioni di euro del Fondo integrativo destinato alla ripartenza della sanità post Covid per coprire il buco del 2022», commenta il capogruppo regionale del M5S Tosi a margine della votazione di oggi.
«Approvando questo Ddl oggi in Consiglio regionale, a tutti gli effetti una variazione al bilancio di previsione del 2023, la destra evita il commissariamento della sanità ligure, ma al contempo opera inaccettabili tagli ai servizi − dichiara Tosi −. E allora, dica, la Giunta, come risponderà ai cittadini che attendono mesi prima di poter fare delle visite specialistiche, molte delle quali salvavita. Dica se ritiene accettabile che un cittadino debba aspettare in media 500 giorni per vedersi garantito il diritto alla diagnostica precoce. E soprattutto, dica se davvero crede che tutti i cittadini della Liguria che hanno bisogno di sottoporsi ad esempio a una colonscopia si possano permettere di rivolgersi alla sanità privata sborsando dagli 800 euro in su. È sempre più evidente che la destra non ha ben chiaro che oggi molti liguri non ce la fanno più: l’inflazione in Liguria galoppa e i prezzi aumentano ovunque, rendendo sempre più difficile se non impossibile persino arrivare a metà mese».
Anche la Cgil Liguria si dice preoccupata in una nota: “La Cgil è preoccupata per i 35 milioni di euro tolti dalla Regione Liguria al finanziamento a garanzia dei livelli essenziali di assistenza e destinati a coprire i buchi di esercizio dell’anno precedente. È necessario che si convochi subito un tavolo con le Organizzazioni sindacali per fare chiarezza su come questa variazione di bilancio inciderà sulla condizione oggettiva delle persone. I livelli essenziali di assistenza sono necessari per garantire alla popolazione il diritto e l’accesso alla cura e all’assistenza che, proprio in questo momento, dovrebbero essere rafforzati e resi fruibili su tutto il territorio regionale. In Liguria c’è una parte di popolazione che non riesce più a curarsi: liste di attesa ingiustificate e insopportabili per alcuni servizi di diagnostica, permanenze improprie ai pronto soccorso, cittadini costretti ad operarsi fuori regione, tutti elementi che determinano una condizione di forte disagio e alla quale bisogna porre rimedio”.