Per la terza settimana consecutiva, la Liguria mostra tutti gli indicatori relativi al contagio Covid e alle ospedalizzazioni in miglioramento, rispetto alla precedente rilevazione del monitoraggio indipendente della fondazione Gimbe.
Si attestano al 21% i posti letti occupati sia nelle aree Covid, sia in terapia intensiva da pazienti Covid, percentuale abbondantemente sotto la soglia di saturazione (24% e 23% le incidenze a livello nazionale). Tra il 5 e l’11 maggio la media dei liguri positivi ogni 100 mila abitanti è di 239 unità, mentre la variazione dei nuovi casi rilevati scende del 31,1% (-19% il dato nazionale).
«L’ulteriore calo dei nuovi casi settimanali – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – riflette gli ultimi effetti di 6 settimane di un’Italia tutta rosso-arancione». I trend sono in riduzione in tutte le regioni. Continua, tuttavia, a salire leggermente l’Rt medio calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità sui casi sintomatici a 14 giorni, che rispetto al valore di 0,85 (range: 0,80-0,91) della scorsa settimana ha raggiunto lo 0,89 (range: 0,85-0,91).
I vaccini
Sul fronte vaccinale, la Liguria scende di qualche posizione per ciò che riguarda il dato complessivo della popolazione vaccinata, ma diventa prima per percentuale di popolazione che ha già completato l’intero ciclo vaccinale (17,4%).
Entrando nel dettaglio delle fasce d’età, la Liguria è sopra la media nazionale per la fascia 60-69 anni, con il 14,3% dei liguri che hanno ricevuto entrambe le dosi e il 37,4% che devono completare il ciclo vaccinale.
Liguria quartultima invece per percentuale di vaccinati tra coloro che hanno tra i 70 e i 79 anni, ma ancora una volta è prima per percentuale di coloro che, sempre in questo target d’età, hanno completato il ciclo vaccinale con entrambe le dosi (31%). Il 33,8% ha ricevuto solo la prima somministrazione.
Gli over 80 completamente vaccinati in Liguria sono il 72,4%, mentre il 10,8% ha ricevuto la prima dose di vaccino. Anche in questo caso, dalla somma delle due percentuali, la nostra regione risulta quartultima.
«A fronte di percentuali così elevate di over 60 non ancora coperte dalla 1a dose – oserva il presidente Cartabellotta – da un lato si offre alle regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall’altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno “costretto” a estendere l’intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRNA».
Considerato che la campagna vaccinale sta entrando in una fase condizionata dall’adesione della popolazione, secondo la Fondazione occorre integrare la prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, coinvolgendo in maniera sistematica e capillare i medici di famiglia e mettendo in campo un’adeguata campagna di comunicazione istituzionale e strategie di persuasione individuale.
«La verosimile ripresa della circolazione del virus in un’Italia quasi tutta gialla – conclude Cartabellotta – richiede infine una revisione dell’algoritmo delle regioni “a colori”, come già proposto dalle Regioni. Con il progredire delle vaccinazioni di anziani e fragili, entriamo in una fase dell’epidemia dove a fronte di un’elevata circolazione del virus ci si attende un impatto sempre minore sugli ospedali. Tuttavia, una revisione integrale del sistema rischia di avvitarsi in sterili tecnicismi e di divenire terreno di scontro governo-Regioni, che, ritardando la modifica normativa, potrebbero nel frattempo mandare in arancione alcune Regioni».
Per tali ragioni, la Fondazione Gimbe suggerisce piuttosto di mantenere lo stesso impianto, ormai ben rodato, procedendo immediatamente a un suo rapido restyling: ripristinare le soglie dell’indice Rt fissate dal dpcm 3 novembre 2020, ridurre complessivamente il “peso” dello stesso indice per assegnare il colore alle Regioni e, soprattutto, integrare indicatori relativi alle coperture vaccinali.
Gimbe: campagna vaccinale Pfizer-dipendente
A un mese e mezzo dalla fine del semestre, rende noto la fondazione Gimbe, devono essere ancora consegnate circa 50 milioni di dosi, quasi due terzi di quelle previste dal Piano vaccinale. Al 12 maggio risultano consegnate 27.429.090 dosi, il 36% di quelle previste per il primo semestre 2021.
«Al di là di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca – spiega Cartabellotta – finora Johnson & Johnson ha consegnato solo “briciole” e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell’Ema. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente».
Per ciò che riguarda infine il rapporto tra somministrato su consegnato, in riferimento al vaccino Astrazeneca, la Liguria registra una percentuale dell’83,2%. La media nazionale è dell’80,7%.