Le code chilometriche durante le festività pasquali riportano nuovamente in auge il problema della viabilità autostradale in Liguria. Non è andata meglio a chi ha preso il treno, con ritardi notevoli e vagoni strapieni a causa del grande afflusso di persone.
Il presidente Giovanni Toti ha affrontato la questione a margine di una conferenza stampa: «Le autostrade sono quelle che sono, le conosciamo abbiamo gallerie spesso a senza corsia di emergenza, abbiamo svincoli molto complessi data la morfologia del territorio. Sul fronte ferroviario il raddoppio di Ponente ci darà una mano a regime, con treni più veloci e capienti». Intanto, oltre ai problemi di sicurezza (a Pasqua nuovo raid vandalico sul Ventimiglia-Torino), i vacanzieri che si spostano col treno, si rassegnano ad attese e viaggi da carro-bestiame soprattutto la domenica, quando le corse diminuiscono anziché aumentare, nonostante l’istituzione dei “treni del mare”, facendo rimpiangere il traffico autostradale.
Toti indica la gronda di Ponente come opzione importante per alleggerire il traffico merci e passeggeri: «Un’opera strategica – sostiene Toti – che ci auguriamo possa partire quanto prima, come deciso negli accordi di programma e che la prossima amministrazione comunale non faccia più ostruzionismo. Abbiamo un piano di lavori molto preciso: quest’anno dovrebbero finire i progetti esecutivi, poi ci sarà la gara europea e, infine, la cantierabilità dell’opera entro 24 mesi da oggi».
Per Toti la Liguria ha accumulato decenni di ritardo in campo infrastrutturale: «È evidente che tutto questo debba essere risolto con una serie di investimenti strategici molto importanti». Il problema è notevole, visto che, secondo i dati forniti da Autostrade per l’Italia, tra le arterie con volumi superiori alla media di rete (42.362 veicoli teorici medi giornalieri) ci sono proprio la A10 Genova-Savona e la A12 Genova-Sestri Levante (dati 2014).
La gronda alleggerirà il traffico nel nodo genovese (l’immobilismo poi non giova, visto che il ponte Morandi, pur con tutte le manutenzioni in corso, non potrà durare per sempre), ma non risolverà certamente i problemi che affliggono l’autostrada dei Fiori per esempio: le code da Albenga a Savona resteranno tali, visto che da tempo immemore si parla della bretella Albenga-Garessio-Ceva, con tanto di società ad hoc e quarantuno soci, sul cui sito si legge “Un gruppo solido e affidabile, all’altezza degli obiettivi che la società si è prefissata”, viene da chiedersi quali siano gli obiettivi, visto che al momento non si è neanche posata la prima pietra di questa bretella.
Toti fa bene a evidenziare il problema degli svincoli: con il traffico di oggi, l’immissione dalla A10 sulla A26, arrivando da Ponente, è probabilmente una delle cause di intasamento, visto che le auto e i camion entrano in salita e in terza corsia rispetto a quelle che arrivano da Levante, praticamente un imbuto e non è un caso che, passato lo svincolo, il blocco del traffico dovuto ai turisti si scioglie come neve al sole.
Sulla A12 la gronda di Ponente non avrebbe quasi effetto per ovvi motivi (il Levante non è compreso), mentre potrebbe aiutare il raddoppio della A7 da Bolzaneto sino a Genova Ovest, soprattutto quando si tratta di traffico per l’accesso ai traghetti, oltre che agevolare quello merci.
Il nodo fondamentale, dunque, resterà quello degli svincoli di immissione (non abbiamo in mano il dettaglio del progetto): il rischio, altrimenti, è un semplice spostamento degli intasamenti, visto che le direttrici che accoglieranno i veicoli resteranno le stesse.
Un altro intervento coraggioso che ci si potrebbe attendere da Autostrade per l’Italia, vista la quantità di incidenti anche mortali, avvenuti sulla A10, sarebbe la riduzione da tre a due corsie con uno spazio per l’emergenza soprattutto in direzione Genova. Le tre corsie attuali non sono di larghezza di 3,75 metri previsti dal codice della strada per le autostrade: ciò ha determinato una riduzione della velocità consentita al limite degli 80 km/h per quasi tutta la tratta compresa tra Albisola e Genova Voltri, ma che francamente nessuno rispetta.
Il prefetto di Savona Giorgio Manari, dopo l’incidente che ha visto perdere la vita degli operai investiti da un autoarticolato, ha ipotizzato l’uso di asfalti speciali, una nuova segnaletica orizzontale, ma anche postazioni di controllo della velocità e tratti da assoggettare al controllo con tutor.