Le incertezze sulla politica monetaria statunitense e, in particolare, sull’eventualità che la Federal Reserve decida di alzare i tassi d’interesse già in settembre frenano le Borse europee che chiudono in ribasso. Parigi segna -1,15% con l’indice Cac 40 a 4.439, Francoforte -1,67% a quota 10.397, Londra-1,12% con l’Ftse 100 a 6.700 punti. Milano scende con Ftse Mib a 16.840,28 (-1,84%) e Ftse Italia All-Share a 18.484,69 (-1,80%).
Netto ribasso per Mps (-3,43%), male anche gli altri finanziari: Unicredit -3,76%, Mediobanca -1,82%, Generali -2,66%, Intesa Sanpaolo -2,03%, Bpm e Banco Popolare hanno perso rispettivamente l’1,95 e il 2,98 per cento in vista delle assemblee sulla fusione, Banca Carige registra -1,20%.
Negativi anche energetici (Enel -2,02%, Eni -1,53%) e industriali, con Fiat Chrysler -2,41%,
Finmeccanica -0,65%. Nel lusso, Ferragamo -0,69 e Luxottica a -1,46%.
Male anche Telecom Italia (1-93% a 0,7885 euro per azione) in linea con il comparto a livello continentale dopo la decisione del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker di ritirare la proposta della Commissione europea sull’azzeramento dei costi del roaming.
Tra le materie prime, il petrolio perde il 2% a New York a 45,01 dollari al barile mentre il Brent arretra dell’1,8% a 47,18 dollari.
Si conferma il rafforzamento del dollaro americano nella prospettiva di un rialzo dei tassi Usa sempre più vicino: il rapporto euro/dollaro si attesta a 1,1223. In netto recupero lo yen a 114,38 per un euro e a 101,99 per un dollaro.