Firmato il protocollo operativo su “Amministrazione di sostegno e realtà ospedaliera” tra Regione Liguria, Alisa, Tribunale di Genova, Azienda sociosanitaria ligure Asl 3 e Ospedale San Martino. Si tratta di una sperimentazione pilota, che sarà successivamente diffusa su tutto il territorio regionale, rivolta alla persona fragile che evidenzia carenze o incapacità di provvedere a sé per motivi clinici e/o sociali, nell’ambito di un ricovero, di progetti di continuità terapeutica post ricovero o di dimissioni protette.
Nel 2018 risultavano attive presso il Tribunale di Genova oltre 8.000 amministrazioni di sostegno, un numero esponenziale rispetto al dato di partenza del 2004, anno in cui è stata introdotta la misura e se contavano solamente un centinaio.
«Ancora una volta – afferma la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale – dimostriamo la capacità di lavorare insieme tra istituzioni diverse per trovare soluzioni utili ai cittadini, che sono al centro del nostro agire. Penso che questo strumento sarà di grandissimo aiuto al personale medico che molte volte si trova in situazioni difficili quando, in presenza ad esempio di conflitti familiari, non può adottare il percorso di cura migliore per un paziente che non è in grado di dare il proprio consenso. Di fronte a un aumento crescente delle fragilità, intervenire per tempo con strumenti di questa natura è fondamentale. L’auspicio è che entro sei-otto mesi si possa procedere con l’estensione di queste linee guida su tutto il territorio regionale».
L’iniziativa, insieme all’esperienza degli uffici di prossimità e alla sperimentazione dell’elenco regionale amministrazione di sostegno, costituisce un valore aggiunto per il sistema regionale.
«Ringrazio chi ha dedicato tempo ed energie al raggiungimento di questo traguardo – dice il commissario di Alisa Walter Locatelli – la firma di questo protocollo operativo rientra nei progetti di Alisa per ottimizzare l’integrazione ospedale-territorio e garantire la continuità assistenziale, supportando i cittadini più fragili, privi di una rete di caregiver, con i migliori strumenti di tutela».
Le linee di indirizzo tracciate da Alisa si articolano in due parti: la prima tratta di “Consenso e informazione”, anche alla luce della recente legge nazionale in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento, mentre la seconda distingue tre differenti procedure per il collegamento e l’integrazione tra ospedale, tribunale e servizi territoriali, a tutela delle persone fragili e a garanzia della loro massima autodeterminazione.
Le procedure si distinguono in: procedura ordinaria senza urgenza/con urgenza, procedura straordinaria urgente e procedura in dimissione protetta.
Tra le principali novità introdotte dalle linee di indirizzo: la definizione, insieme al Tribunale, dei tempi di risposta del giudice tutelare, che cambiano a seconda del tipo di procedura e in base all’urgenza, variando da un minimo di 12 ore a un massimo di 60 giorni e, in sede di dimissione protetta, la nomina di un amministratore di sostegno provvisorio. Quest’ultimo potrà collaborare con ospedale, servizi territoriali, medico di medicina generale, familiari, banche e Inps per la buona riuscita della dimissione protetta e per definire il Piano di assistenza individualizzato, per facilitare il rientro della persona a domicilio o, laddove necessario, per favorire l’accesso alla residenzialità.