«Una commissione II complicata e tutt’altro che rassicurante, quella che si è svolta oggi in Regione sul tema della variazione di bilancio per il ripiano del disavanzo di gestione del servizio sanitario ligure. Abbiamo ascoltato una serie di audizioni da parte dei direttori generali e amministrativi delle Asl e delle strutture ospedaliere ma siamo usciti con più dubbi che certezze». Lo dichiara Gianni Pastorino, consigliere regionale (Lista Orlando) e rappresentante di Linea Condivisa, al termine della seduta dedicata alle variazioni di bilancio 2025 e al disavanzo della sanità ligure.
«Abbiamo registrato una generale difficoltà nel reperire dati concreti. Da parte degli auditi è emersa una costante tendenza a rimandare ogni chiarimento all’approvazione del bilancio 2024, prevista entro il 30 aprile. Mancano informazioni puntuali sulle assunzioni effettuate nel 2024 per coprire il turnover e il pensionamento del personale sanitario: unica eccezione, l’Asl 5, che ha almeno fornito un quadro chiaro dei costi in aumento legati al personale. Dalle altre aziende, invece, nessuna notizia utile. Sono stati citati interventi importanti, come i 10 milioni di recupero di efficienza da Asl 1, ma senza spiegazioni sufficienti. E si è parlato della riduzione del fondo rischi, senza però offrire alcuna garanzia concreta su come questa scelta possa impattare sulla tenuta di cause giuridiche o di eventuali altre situazioni”.
Secondo Pastorino, il rischio è che le cosiddette operazioni di “efficientamento” si traducano, nei fatti, in tagli lineari ai servizi: «Da alcune comunicazioni interne alle aziende risulta chiesto un taglio del 20% sui costi sanitari e del 10% su quelli non sanitari. Non si tratta di razionalizzazioni o di miglioramento dell’efficienza, ma di tagli veri e propri che rischiano di colpire servizi fondamentali come l’assistenza domiciliare o la distribuzione dei farmaci ai pazienti cronici. Il quadro che emerge è quello di un sistema sanitario in affanno, governato più da logiche contabili che dalla volontà di tutelare davvero la salute delle persone. E senza trasparenza nei dati diventa difficile anche solo iniziare una discussione seria sulla sanità che vogliamo costruire».