Rina Consulting nel 2023 ha registrato un giro d’affari estero di 163 milioni di dollari, pari al 55% dei ricavi complessivi. La società con sede a Genova, parte del gruppo Rina, è al 2° posto tra le aziende italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnica e al 63° posto del ranking mondiale nella Enr 2024 – Engineering News Record relativa alle Top 225 International Design Firm per fatturato all’estero.
I dati emergono dal Rapporto Oice 2024, giunto alla X edizione, che è stato presentato ieri alla Farnesina.
Lo scorso anno le società italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnica hanno realizzato il 30% del loro fatturato complessivo fuori dai confini nazionali, in costante crescita, confermando la posizione di rilievo dell’Italia nelle classifiche mondiali: l’Italia è il primo paese europeo per numero di società del settore operanti all’estero (11) e il quarto a livello mondiale, con un fatturato complessivo di 1,3 miliardi di dollari Usa.
«Le nostre aziende di ingegneria, architettura e consulenza sono il primo anello, il più prezioso, di una catena del valore che abbraccia i settori strategici delle infrastrutture e dei trasporti, l’energia, la pianificazione e le costruzioni – ha evidenziato il sottosegretario di Stato Giorgio Silli nel suo intervento di apertura – È la perfetta rappresentazione del saper fare italiano: straordinaria competenza tecnica, innovazione, creatività, coniugata a capacità realizzative di primo livello».
«La crescita registrata sui mercati internazionali, con un +20% di fatturato del 2023 sul 2022, conferma le straordinarie prestazioni delle nostre società all’estero, realizzate anche grazie alla efficace collaborazione con il Ministero degli Esteri», ha commentato il presidente Oice, Giorgio Lupoi.
Nel corso della giornata si è tenuta la tavola rotonda “Cambiamento climatico e transizione energetica. La strada verso la Cop-29. Il ruolo delle società di ingegneria, architettura e consulenza nelle infrastrutture” alla quale hanno partecipato 3TI Progetti, Artelia, Italferr, Maire, Politecnica, Rina, Seingim, Speri, Technital, Xori Group.
Per Rina era presente Francesco Sperandio, Transport and Mobility Senior Director, che ha illustrato alcuni progetti all’estero della società, tra cui la collaborazione nell’infrastruttura strategica europea RailBaltica, il ruolo di project management e consulenza per la conversione elettrica di una linea ferroviaria del nodo di Dublino, progetti in ambito biofuel realizzati in Africa, tra cui uno a supporto della municipalità di Dakar per la mobilità nella capitale senegalese. Altro ambito in cui la società è impegnata nella transizione energetica, sia in Italia sia all’estero, solo le soluzioni a idrogeno.
Sperandio ha sintetizzato la visione della società riguardo alle sfide della sostenibilità e alla strada che sta prendendo il settore. «Per Rina – ha spiegato nel suo intervento – la declinazione di sostenibilità e transizione energetica è spesso associata a ricadute sul mondo del business energy, sul mondo delle infrastrutture e dei trasporti e della consulenza industriale. Elemento chiave è la multidisciplinarietà, la nostra capacità italiana, particolarmente apprezzata, è saper unire i puntini di differenti verticalità e nel saper proporre una progettualità che mette assieme competenze diverse con un’estrema qualità».
Tra le parole chiave delle sfide future del settore ci sono “reshoring” – il riportare la produzione delle aziende dall’esterno all’interno dei confini nazionali – e “regionalizzazione”. «La sostenibilità e la transizione energetica che stiamo vivendo in questo periodo stanno cambiando i paradigmi rispetto a come erano intesi qualche anno fa – dice Sperandio –. Diventa molto importante intendere come le singole regioni si stanno organizzando dal punto di vista energetico, anche alla luce degli scenari geopolitici, e quindi questo traduce il concetto di regionalizzazione». «Per il reshoring – aggiunge – diventa importante che le aziende comprendano che la produzione delle attività, anche quelle di ingegneria, venga eseguita non solo da personale internazionale. Per noi diventa importante coinvolgere anche le realtà e le competenze locali, quindi una gestione sicuramente con le competenze italiane ed europee, ma che tenga conto anche delle peculiarità dei singoli mercati locali, perché il paradigma di transizione energetico si sta regionalizzando».