Liguria a rilento a fronte di un aumento delle esportazioni che ha riguardato tutto il Paese, con una crescita nazionale del 4,2% nei primi nove mesi del 2015. Secondo i dati Istat diffusi da Unioncamere Liguria, a trainare sono stati soprattutto il Nord-Est (+5%) e il Sud (+7,9%), con aumenti superiori a quelli medi, mentre il Nord Ovest e il Centro hanno registrato, rispettivamente, +3,6% e +4,2%. In calo le isole (-4,4%). Il saldo della bilancia commerciale risulta positivo ed è pari a 29 miliardi e 945 milioni di euro.
Tra le regioni che forniscono il contributo più rilevante, Piemonte (+8,7%), Veneto (+5,8%), Lazio (+13%). Tra quelle che frenano l’espansione dell’export nazionale c’è anche la Liguria con un -5,3%, insieme a Sicilia (-9,1%) e Marche (-2,7%). L’aumento delle esportazioni di autoveicoli da Piemonte, Basilicata ed Emilia Romagna e di articoli farmaceutici dal Lazio spiega per quasi un terzo l’incremento dell’export nazionale.
La Liguria, che rappresenta solo l’1,6% delle vendite nazionali all’estero, ha registrato nei primi nove mesi dell’anno una dinamica negativa, passando da 5.269 a 4.990 milioni di euro: di questi 2.753 milioni sono destinati verso Paesi extra-Ue (il 55,2% del totale), in calo del 13,5% rispetto allo stesso periodo del 2014 e peggiore performance tra tutte le regioni, mentre verso l’area comunitaria l’export è cresciuto del 7,4%. La bilancia commerciale resta di segno negativo, -804 milioni circa di euro.
Il settore che ha maggiormente determinato questo ridimensionamento è quello manifatturiero, i cui prodotti rappresentano oltre il 90% dell’export regionale e che nel periodo esaminato hanno registrato complessivamente una flessione del 6,2%. Parliamo, in particolare, delle vendite di mezzi di trasporto (-37,3% l’export complessivo, -60,6% quello extra-Ue). Buona la performance dei prodotti chimici (+9,1% l’export complessivo, +21,2% quello verso i paesi extra-Ue) e dei prodotti metallurgici (+5% l’export totale e +2,2% l’export extra-Ue), mentre registrano una flessione i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (-8,1% l’export complessivo e -8,6% quello verso i Paesi extra-Ue) e dei macchinari (-9,9% l’export complessivo, -17,3% quello verso i paesi Extra-Ue).
In aumento l’export ligure verso i mercati dell’Unione europea (+7,4%): al primo posto si conferma la Francia, in calo del 2,6%, verso cui sono stati venduti prodotti per un controvalore di 543 milioni di euro e che rappresenta il 10,9% dell’export regionale; il secondo Paese Ue di destinazione è la Germania (+4,9%) seguita dalla Spagna (+16%). Tra i mercati extra-Ue, che complessivamente hanno registrato una perdita del 13,6%, il volume maggiore di vendite è stato ancora verso il Nord Africa, in particolare in Algeria, anche se quasi dimezzato (-44,9%), sostenuto principalmente dalla vendita di macchinari e prodotti petroliferi. Netto calo di vendite anche verso gli Stati Uniti (-50,2%), il cui contributo all’export totale sale al 5,5%, e la Cina (-6,7%).
Il capoluogo ligure ha registrato un ridimensionamento delle esportazioni, -14,5%, passando da 3.309 a 2.828 milioni di euro; valore che scende ulteriormente a -22,1% se si considerano esclusivamente le vendite verso i Paesi extracomunitari.
Tra i prodotti delle attività manifatturiere, si registra un particolare incremento nelle vendite dei prodotti metallurgici (+14,6%), dei prodotti alimentari (+12,2%) e degli articoli in gomma e materie plastiche (+11,7%). Diminuisce l’export verso i paesi extra-Ue (-6,8%): in controtendenza le vendite verso l’Algeria (+66,9%), primo Paese nella graduatoria complessiva provinciale, verso cui il capoluogo ligure ha esportato principalmente macchinari. Le vendite verso l’area europea registrano un aumento dell’11,4%: le prime tre destinazioni comunitarie risultano Germania (+0,8%), Francia (-10,4%) e Spagna (+31,0%).
Anche a Imperia l’export subisce una battuta d’arresto (-3,2%): in calo le vendite sia verso i Paesi extra-Ue (-7%), sia verso l’area comunitaria (-1,8%): diminuiscono le vendite dei prodotti manifatturieri (-7,7%), ma rimane buono l’andamento del settore agricolo (+9,2%). A livello di destinazione nell’area comunitaria, la Francia si conferma primo Paese nella graduatoria imperiese, verso cui l’export è cresciuto del 3%, seguono Germania (-5,6%) e Paesi Bassi (+15,8%). In calo l’export verso l’area extra-Ue (-7%), nonostante siano aumentate le vendite verso i primi tre Paesi: Svizzera +5% (prodotti agricoli), Stati Uniti +32,8% (prodotti alimentari) e Cina +10% (articoli farmaceutici).
In provincia di Savona l’export ha registrato un aumento complessivo del 9,8%, sia verso l’area extra-Ue (+7,8%), sia verso i Paesi europei (+11%). I prodotti chimici si confermano la voce principale dell’export provinciale, con un incremento pari al 10,6%. Sul fronte extraeuropeo si riconferma la forte espansione verso gli Stati Uniti (+68,5%), dove i prodotti chimici costituiscono l’82% delle vendite. Al secondo posto resta salda la Romania (+110,6%) verso la quale Savona esporta principalmente macchinari e prodotti petroliferi, e a seguire la Cina (-13%).
Nell’area Ue, complessivamente in crescita dell’11%, in aumento le vendite verso i tradizionali paesi di sbocco Francia, Germania e Spagna.
La provincia della Spezia registra infine una crescita complessiva dell’export pari al 19,7%: in aumento le vendite sia verso i Paesi extra-Ue (+15,1%), sia verso quelli comunitari (+30,4%), fortemente influenzata dalla vendita di prodotti metallurgici e navi o imbarcazioni. Nei primi nove mesi dell’anno l’export spezzino si è indirizzato particolarmente verso Paesi dell’area extraeuropea: Malta (+485,7%) grazie a una straordinaria vendita di navi e imbarcazioni, seguita dall’Iraq (macchinari), e dagli Stati Uniti (navi e imbarcazioni).