In lieve crescita il numero degli occupati in Liguria che nell’ultimo anno da 614 mila passano a 616 mila (+0,3% pari a 2 mila unità in più). Un aumento che ha riguardato solamente la componente maschile (+1,2%) mentre le occupate sono in calo dello 0,7%.
Secondo gli ultimi dati Istat diffusi da Unioncamere Liguria, la crescita tendenziale della regione stenta a stare al passo con quella nazionale: nel terzo trimestre 2015 gli occupati aumentano dell’1,1%, 247 mila unità in più rispetto allo stesso trimestre del 2014. In questo caso l’aumento riguarda in misura maggiore gli italiani (+218 mila unità) rispetto agli stranieri (+29 mila unità) e i maschi rispetto alle femmine (rispettivamente +213 mila e +34 mila unità). Cala il numero dei disoccupati di quasi 300 mila unità e il tasso di disoccupazione scende al 10,6% (-1,1% su base annua).
Rispetto al terzo trimestre 2014, nell’industria in senso stretto l’occupazione si riduce del 6,2%, passando da 81 mila a 76 mila unità, nelle costruzioni cresce del 7% (tremila unità in più) e nel terziario si rileva un aumento complessivo di 4 mila posti di lavoro. In calo il numero dei disoccupati, che tra il terzo trimestre del 2014 e quello del 2015 diminuiscono di circa 15 mila unità, determinando un tasso di disoccupazione pari al 7,8%, due punti percentuali in meno su base annua: per gli uomini l’indicatore passa dal 9,6% al 7,4%, e per le donne dal 10,2% all’ 8,4%.
«La situazione in Liguria – commenta Paolo Odone, presidente di Unioncamere Liguria – ancora non si sblocca. Il numero di occupati resta sostanzialmente stabile rispetto a un anno fa, nonostante le nostre imprese stiano rispondendo con fiducia e professionalità alla crisi che sta colpendo un po’ tutti i settori produttivi: gli ultimi dati sulla congiuntura manifatturiera lo dimostrano, con un giudizio positivo sulla produzione e sul fatturato e con ottimistiche previsioni per fine anno».
Sempre su base annuale si ridimensiona la quota di persone in cerca di primo impiego (-4 mila) e dei disoccupati ex occupati (-11 mila), mentre rimane stabile il numero dei disoccupati ex inattivi. Di questo gruppo fanno parte, oltre a bambini e anziani, anche una grossa fetta della popolazione in età lavorativa, per lo più giovani, che non cercano un’occupazione: tra i motivi della mancata ricerca un diffuso scoraggiamento, oltre ai motivi di studio e l’attesa di passate azioni di ricerca.