Con il via libera dell’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), Marr ha formalizzato l’acquisto delle due società del Gruppo Verrini. Le società operano nell’ittico fresco, sia sul mercato della ristorazione, sia su quello della distribuzione ai consumatori finali.
Lo comunica una nota della società riminese, specializzata nella commercializzazione e distribuzione al foodservice di prodotti alimentari e non-food, quotata alla Borsa di Milano.
Con l’operazione Verrini (valore 8 milioni compresa l’assunzione dei debiti), Marr si rafforza nell’ittico fresco: la società Antonio Verrini continuerà a operare in Liguria e Versilia attraverso i 5 centri distributivi. La società Chef invece (che opera avendo in affitto l’azienda Chef Seafood) proseguirà le attuali attività di lavorazione di prodotti ittici per la loro commercializzazione, sia direttamente sia attraverso la struttura delle filiali Marr operanti nelle aree limitrofe.
In previsione della piena ripresa del turismo e dei consumi alimentari fuori casa, si legge nella nota, Marr conferma la propria strategia e “focalizza gli interventi a favore della sostenibilità (Esg) e dello sviluppo digitale”.
Nel primo trimestre 2021, pur risentendo significativamente delle crescenti restrizioni sulle attività connesse a turismo e ristorazione extradomestica, Marr ha conseguito ricavi totali (dato gestionale provvisorio) pari a oltre 185 milioni di euro che si confrontano con i circa 262 milioni dell’analogo periodo del 2020.
La flessione ha avuto dinamiche disomogenee “nell’ambito di una situazione di mercato assolutamente non confrontabile”. A fronte della significativa contrazione nei primi due mesi, nel mese di marzo si è registrato un trend positivo nonostante le pesanti limitazioni sanitarie.
La flessione dei ricavi del trimestre (-29% circa) si confronta con consumi che, a valore, secondo le stime della società, si attestano, nel periodo, attorno al -32%. Il valore è una stima che tiene conto per gennaio e febbraio dei dati a quantità elaborati dall’Ufficio Studi di Confcommercio (marzo 2021) – alberghi, pasti e consumazioni fuori casa – rispettivamente -58% e -42,6%, e per il mese di marzo di valutazioni interne.