Fincosit ed Esseg, Ente Scuola Edile Genovese sono state premiate al Saie di Bari nell’ambito del programma nazionale promosso da Formedil, per il valore del progetto “Formare per occupare”, che ha offerto un’opportunità di riscatto a decine di giovani richiedenti asilo provenienti dall’Africa, formati a Genova e oggi impiegati nei cantieri di Vado Ligure, dove si costruiscono i cassoni della nuova diga, una delle opere infrastrutturali più importanti d’Italia.
Accanto a Esseg e Fincosit è stato premiato anche Kennedy, uno dei ragazzi che ha completato il percorso di formazione e oggi lavora stabilmente in cantiere, diventando simbolo di un progetto che ha saputo unire solidarietà, competenza e inclusione lavorativa.
«Per tutta Fincosit è un grande onore ricevere questo premio – dichiara l’ing. Luigi Sarpero, presidente di Fincosit –. Rappresenta un importante segnale di apprezzamento per l’impegno che la nostra azienda dedica ai temi dell’inclusione sociale, della formazione e dell’integrazione lavorativa delle persone più fragili. Desidero sottolineare in particolare l’ottima collaborazione tra Fincosit ed Esseg, proprio con il progetto ‘Formare per occupare’: un’iniziativa che ha permesso di offrire opportunità concrete di crescita professionale e di inserimento nel mondo del lavoro a persone provenienti da contesti vulnerabili. Questo premio è per noi uno stimolo a proseguire su questa strada, con la convinzione che l’impresa possa e debba essere anche un motore di inclusione, solidarietà e sviluppo sostenibile».
Il progetto, nato per favorire l’inserimento lavorativo nel settore edile, ha coinvolto oltre cinquanta giovani uomini ospitati nei centri di accoglienza genovesi. Molti di loro, come Kennedy, erano arrivati in Italia dopo viaggi difficili e senza prospettive. Grazie a un percorso formativo intensivo, hanno potuto ottenere una qualifica professionale e, successivamente, un contratto di lavoro vero e proprio.
«Siamo orgogliosi di essere stati invitati insieme a Fincosit e insieme a Kennedy a ritirare questo importante premio – commenta Silverio Insogna, presidente di Esseg – che celebra il risultato che abbiamo raggiunto tutti insieme. La storia di Kennedy e di altri 50 ragazzi come lui è la storia di un viaggio incredibile, partito dall’Africa e terminato nel cantiere per la nuova diga di Genova».
Il progetto “Formare per occupare” ha rappresentato un vero modello di collaborazione pubblico-privato. Svolto con il supporto del Comune di Genova, della Regione Liguria, di Ance Genova e delle organizzazioni sindacali del comparto edile, ha dimostrato come la sinergia tra formazione e impresa possa generare opportunità concrete e durature, trasformando percorsi di accoglienza in storie di lavoro e dignità.
«Questo premio gratifica l’impegno delle parti sociali per la determinazione avuta da tutti nel progettare e realizzare questo progetto – sottolinea il vice presidente di Esseg, Mirko Trapasso -. Ancora più gratificante è sapere che Kennedy e tanti altri ragazzi come lui abbiano avuto la possibilità di imparare la lingua e un mestiere e abbiano trovato un posto di lavoro.Ora bisogna proseguire su questa strada per coinvolgere altri lavoratori, augurandoci che questa esperienza possa essere replicata anche in altri territori».
«Un ringraziamento alla nostra struttura e ai colleghi che ci hanno aiutato a portare avanti questa iniziativa – aggiunge Tea Cosatto, direttrice di Esseg – perché è stato un impegno importante da parte di tutti, ma soprattutto un grande ringraziamento a Fincosit: grazie alla loro disponibilità abbiamo avuto modo di approcciare un’attività rivolta a questi ragazzi che ancora oggi si sta portando avanti. Per noi è stata una possibilità di crescita a livello professionale, ma soprattutto a livello sociale».
Il premio di Bari suggella così un percorso virtuoso che, partito da Genova, oggi viene riconosciuto a livello nazionale come buona pratica di inclusione e formazione nel settore delle costruzioni. Un modello che Esseg e Fincosit intendono continuare a sviluppare, offrendo a sempre più giovani l’opportunità di costruire, letteralmente, il proprio futuro.


























