La giunta del Comune di Genova ha varato una delibera di indirizzo per dare un miglior punteggio, nelle gare d’appalto, alle aziende che applicano il salario minimo nei confronti dei loro lavoratori.
Le linee guida prevedono che, in tutti gli affidamenti di appalto o concessioni, di lavori, servizi e forniture (indipendentemente dal valore economico), l’amministrazione comunale osservi particolare attenzione all’applicazione del contratto collettivo nazionale (artt. 11 e 119 codice degli appalti) sulle tutele economiche e normative. Sarà osservata la corretta individuazione del contratto applicabile ai lavoratori del settore dell’appalto, verificando l’equivalenza delle tutele normative ed economiche in caso di utilizzo di diverso contratto di lavoro da parte dell’appaltatore rispetto a quello indicato dalla stazione appaltante. Inoltre, è stabilito che, in caso di procedura di gara con aggiudicazione al miglior rapporto qualità prezzo, sia inserito, tra i criteri di valutazione, l’impegno dell’appaltatore a garantire al proprio personale nell’esecuzione dell’appalto una retribuzione oraria lorda non inferiore a 9 euro.
L’assessore al Lavoro e Rapporti sindacali Emilio Robotti (nella foto) dichiara: «Siamo una delle prime grandi città italiane a introdurre uno strumento che metta paletti precisi sulla dignità del lavoro e sui diritti di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori ad avere una retribuzione minima dignitosa, che richiami quell’art.36 della nostra Costituzione per cui ogni lavoratore ha diritto a una retribuzione in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Le linee di indirizzo approvate serviranno anche come strumento per innescare comportamenti virtuosi nelle imprese private: la lotta al lavoro povero passerà anche attraverso tavoli tematici e protocolli condivisi con parti datoriali e sindacali nei diversi settori economici, in particolare quelli più esposti al ribasso del costo del lavoro in alcuni comparti dei servizi e dell’edilizia, ad esempio».
Robotti evidenzia come siano coinvolti soprattutto alcuni appalti come le pulizie, il facchinaggio, la sorveglianza. Non sarà retroattivo. «Vogliamo garantire comunque i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici nel rispetto della libertà d’impresa, perché è una cosa importante e anche questo non è un atto di autorità, è un atto che interessa anche le imprese che di fatto vogliono anche l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro perché sono stati negoziati da loro, dalle loro associazioni, con i lavoratori e garantiscono anche la possibilità di fare impresa in modo corretto, sano».
«Questa delibera ha per me un valore simbolico fortissimo – commenta la sindaca Silvia Salis − è una promessa che avevamo fatto in campagna elettorale, per fermare il lavoro povero pagato con i soldi pubblici, e la stiamo mantenendo. Genova deve essere un esempio: il lavoro non è una voce di bilancio da tagliare. È ciò che dà dignità alla nostra città. Oggi cominciamo a dirlo con atti, non parole».
In tutti gli appalti e concessioni del Comune di Genova ci sarà un principio chiaro: il contratto collettivo nazionale applicato dovrà essere quello stipulato dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentativi. Inoltre, per la prima volta, in caso di gara con aggiudicazione sulla base della qualità, i partecipanti saranno valutati anche sull’impegno a garantire al proprio personale almeno 9 euro lordi all’ora.
È prevista anche l’organizzazione di tavoli tematici e incontri periodici con le organizzazioni sindacali e datoriali per: verificare il rispetto negli appalti comunali del Ccnl applicabile e delle condizioni contrattuali previste; favorire l’interazione e la collaborazione in caso di cambio appalto negli affidamenti con alta densità di manodopera ai fini di garantire l’occupazione. È prevista anche la stipula di eventuali protocolli di intesa per realizzare condizioni di miglior favore nei settori più soggetti a lavoro povero, verifica di equivalenza, non ribassabilità del costo del lavoro, trattamento economico e contrattazione, tutela occupazionale, tutela della sicurezza sul lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori.
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