Il Tar della Liguria annulla il decreto del ministero dell’Ambiente di perimetrazione provvisoria del Parco nazionale di Portofino ridotta ai soli tre comuni di Portofino, Santa Margherita e Camogli, e ripristina la definizione a undici comuni (Avegno, Camogli, Chiavari, Cicagna, Coreglia Ligure, Portofino, Rapallo, Recco, Santa Margherita Ligure, Tribogna e Zoagli) e 5.363 ettari individuata da Ispra nel 2021.
Il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso dell’associazione “Amici di Portofino” e dalla onlus “Verdi, ambiente e società” contro il decreto che il 10 ottobre 2023 aveva sancito l’accordo tra il ministero e la Regione Liguria.
Quell’atto, spiegano i giudici amministrativi, era stato assunto “in assenza di decisivi elementi istruttori tecnico scientifici”, ma “soltanto in virtù di un’intesa amministrativa raggiunta con la Regione circa la delimitazione definitiva, che prelude all’istituzione del parco”. Annullata, di conseguenza, anche la costituzione del nuovo comitato di gestione provvisoria, limitato ai soli tre comuni.
«Abbiamo appreso la sentenza del Tar e ci riserviamo di esaminarla con l’avvocatura per andare in appello, sempre tenendo conto di tutti i contributi che hanno avuto importanza nella costruzione del Parco nazionale di Portofino − dice all’Agenzia Dire il presidente della Regione Liguria facente funzioni, Alessandro Piana − ricordiamo che il Tar deve pronunciarsi, in un’udienza pubblica il 21 giugno, sul decreto Cingolani. Auspichiamo, pertanto, che si ritorni a dare piena voce agli attori del territorio». Il riferimento del presidente ad interim è al ricorso pendente al Tribunale amministrativo promosso anche dalla Regione contro la decisione del ministero dell’Ambiente, risalente al 2021, di estendere i confini del parco a 11 comuni, come proposto dall’Ispra, nella configurazione riabilitata dalla sentenza di oggi.
Luca Garibaldi capogruppo Pd Regione Liguria commenta in una nota: «Il Tar smentisce per l’ennesima volta la Regione, il ministero e la Lega. Sul parco di Portofino da ormai sei anni si gioca una partita insostenibile e indecente sulla spalle del territorio. Siamo di fronte all’ennesima forzatura andata male. La scelta di Toti di procedere con un parco a tre Comuni, forzando tutte le regole e tenendo fuori dal nuovo Parco nazionale gli altri Comuni che ne volevano far parte è fallita. Oggi, però, un altro tassello del sistema predatorio di gestione privatistica della Regione viene meno e ora bisognerebbe avere la decenza di ampliare il Parco nazionale di Portofino nelle modalità previste originariamente, con i comuni che volevano farne parte, invece di continuare a bloccare lo sviluppo sostenibile del territorio».
Anche la Lista Sansa interviene: “Toti e la sua maggioranza hanno compiuto una forzatura delle regole. Una scelta anacronistica che rischiava di compromettere le opportunità di sviluppo di un vasto territorio per salvaguardare i voti di pochi cacciatori”.
«Anche su questa vicenda possiamo dire ‘lo avevamo detto’ – evidenzia Ferruccio Sansa – le forzature politiche che Toti ha imposto in Liguria in questi anni si stanno dimostrando tutte illegittime».
«Il tempo della Regione terrorizzata dall’idea di tutelare il territorio, preferendo tutelare qualche cacciatore, è finito – tuona Selena Candia – solo una giunta miope come quella di Toti poteva farsi sfuggire l’enorme occasione di un Parco Nazionale di Portofino a undici Comuni. Creare aree protette in Italia e in Europa è sempre stato un modo per coltivare il benessere dei territori: un grande Parco Nazionale significa tutela ambientale e opportunità economiche, attraverso un turismo e un’agricoltura di qualità».
Roberto Centi sottolinea: «Come per il ‘Masterplan’ dell’isola Palmaria, anche qui si è cercato di non ascoltare i territori calando dall’alto un progetto utile solo alle convenienze politiche di chi l’ha proposto».
Le associazioni Legambiente, Lipu e Wwf Italia dichiarano in una nota congiunta: “Dalla sentenza emerge chiaramente la gravità dell’azione del ministero il quale ha accolto le richieste del presidente della Regione Liguria determinando la riduzione dei confini dell’area protetta da 5.363 ettari a circa 1500 ettari. Questa enorme riduzione dei confini dell’area protetta, fatta coincidere perlopiù con un territorio già protetto a livello regionale, è stata disposta dal ministero in violazione delle valutazioni scientifiche e delle norme tecniche, solo per assecondare le richieste di alcuni centri di interesse, come il mondo venatorio, che si oppongono ad ogni forma di protezione della natura, considerata alla stregua di un parco giochi privato. Nel disporre la riperimetrazione del parco il ministero ha in un solo colpo smentito sé stesso, avendo annullato due precedenti decreti e si è discostato, senza alcuna motivazione, dalle conclusioni di natura tecnico scientifica esposte da Ispra, che, lo si rammenta, fa capo proprio al ministero dell’Ambiente”.
Il Movimento 5 Stelle aggiunge: «Ora basta ostacoli politici: si lavori pancia a terra avendo ben chiara non solo la perimetrazione antecedente gli schemi scellerati della Regione, ma anche e soprattutto il paniere di opportunità offerto da un Parco nazionale ampio, le cui potenzialità sono note a tutti, salvo forse a chi finora si è messo di traverso alle richieste di un territorio ben più vasto dei soli 3 Comuni indicati dall’Ente».
Il consigliere regionale della Lega Sandro Garibaldi e l’assessore regionale della Lega Alessio Piana commentano: «Sul Parco di Portofino allargato a 11 Comuni non è affatto detta l’ultima parola. Innanzitutto Regione Liguria può presentare appello alla sentenza di oggi del Tar della Liguria che ha annullato il decreto del ministero dell’Ambiente di perimetrazione provvisoria ridotta ai confini storici dei tre Comuni di Santa Margherita Ligure, Portofino e Camogli. Inoltre, siamo fiduciosi che il prossimo 21 giugno i giudici del Tar si pronunceranno a favore del ricorso presentato da Regione Liguria e dai Comuni del Tigullio e del Golfo Paradiso contrari al Parco di Portofino allargato a 11 Comuni. I confini del Parco devono rimanere quelli storici, così come richiesto dai cittadini che vivono e lavorano nella Riviera di Levante. Non si può andare contro la popolazione, che ha una conoscenza diretta del territorio e si è già espressa in modo contrario all’allargamento del Parco a 11 Comuni. In tal senso, auspichiamo anche un intervento del Ministero dell’Ambiente per far sì che i confini rimangano quelli storici a 3 Comuni. Tenendo presente che anche i giudici del Tar auspicano la perimetrazione definitiva e riconoscono che l’allargata delimitazione provvisoria è sgradita alla Regione Liguria e alla maggior parte dei Comuni, come si evince da estratto della sentenza».