Chiusura positiva per la Borsa di Milano con il Ftse Mib che ha terminato a +0,21% a (30.359 punti), zavorrato dai bancari. Più alti gli altri indici: l’all share ha terminato a +0,42% (32.413 punti), il ftse Italia Growth a +0,28% (8.061 punti). Nel listino principale Diasorin brilla con un +10%, seguita da Cnh Industrial (+5,62%) e Tim (+5,42%). In calo i bancari: Monte Paschi -6,04%, Bper Banca -5,89%, Unicredit -4,52%.
Seduta contrastata per le Borse europee che si muovono in balia delle banche centrali: il Cac 40 di Parigi sale dello 0,59%, il Ftse 100 di Londra chiude in rialzo dell’1,34%. In territorio negativo il Dax 40 di Francoforte, che chiude a -0,08%.
La performance italiana dipende da quanto emerso dalla riunione della Bce che ha optato per lasciare invariati i tassi d’interesse con una revisione al ribasso delle stime dell’inflazione per il 2023 e soprattutto per il 2024, ma anche annunciato un dimezzamento del programma Pepp nel secondo semestre dell’anno prossimo.
Prosegue il rialzo del petrolio: il Wti gennaio è in progresso del 3,5% a 71,86 dollari al barile mentre il Brent febbraio avanza del 3,4% a 76,82 dollari.
Sul valutario il cambio euro dollaro è in salita a 1,1 (1,0789 ieri in chiusura).
Giù lo spread tra Btp decennale italiano e corrispondente Bund tedesco che segna 168 punti base (-4,32%). Il rendimento è a +3,80%.