I lavoratori desiderano maggiore flessibilità nella loro vita lavorativa: smart working, il passaggio a una settimana lavorativa di quattro giorni, organizzazione personalizzata delle ore e del luogo di lavoro.
Sono solo alcune delle tendenze che emergono da “People at Work 2022: A Global Workforce View” l’annuale survey redatta dall’Adp Research Institute. Adp è un multinazionale americana leader nell’human capital management e presente in Italia tramite Adp Italia. L’indagine si è svolta su circa 33 mila lavoratori in 17 paesi, di cui circa 2000 in Italia.
Il 49% dei lavoratori liguri sarebbe d’accordo di passare a una settimana lavorativa di 4 giorni, arrivando così a lavorare 10 ore al giorno pur di avere un giorno libero in più a settimana.
«La settimana lavorativa di 4 giorni è tra gli argomenti di discussione più interessanti del momento: il dibattito è attivo a livello mondiale, dove sono diversi i Paesi che si stanno muovendo per introdurla, ma anche in Italia ci sono varie proposte che stanno nascendo, spinte dall’iniziativa del settore privato − afferma Marcela Uribe, General Manager Adp per il Sud Europa − l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa è una delle questioni che più sta influenzando il mondo del lavoro in questi anni: la pandemia ha fatto sorgere tra i lavoratori nuove esigenze, che le imprese devono prendere in considerazione e integrare nella propria strategia di reclutamento e gestione dei dipendenti, se non vogliono essere penalizzate in termini di attrattività verso i nuovi talenti e risorse».
Il 27% dei liguri accetterebbe una riduzione della retribuzione se ciò significasse migliorare il proprio equilibrio tra lavoro e vita privata, anche senza nessuna modifica delle ore lavorative.
Da sottolineare come quasi la metà dei dipendenti intervistati (41%) afferma di aver preso in considerazione di cambiare lavoro negli ultimi 12 mesi. Di questi, uno su quattro (24%) ha pensato di cambiare settore, il 17% di richiedere un anno sabbatico. Il 19% ha pensato di aprire un’azienda, di prendersi una pausa temporanea dal lavoro (8%) o di lavorare part-time (12%), mentre uno su dieci ha considerato l’ipotesi del pensionamento anticipato (10%).
«I lavoratori riflettono molto più di prima su ciò che desiderano dal lavoro e dalla vita − evidenzia Uribe – le aziende farebbero bene a non ignorarli. Ovviamente non sarà possibile accettare tutte le richieste o soddisfare tutti i lavoratori, ma capire i punti di vista globali della forza lavoro consentirà loro di attrarre e fidelizzare i talenti ed elaborare piani per il futuro. I reparti delle risorse umane svolgono l’importante ruolo di mediare tra le parti, aiutando ad allineare necessità e aspirazioni. Data la posta in gioco, non sarà certo un compito facile, ma chi riuscirà a portarlo a termine riceverà in cambio una forza lavoro più stabile, impegnata e produttiva».