Si è concluso senza soluzioni immediate l’incontro tra le organizzazioni sindacali, i rappresentanti rsu e il prefetto di Genova sul futuro di Ansaldo Energia.
Il prefetto Renato Franceschelli ha comunicato che Cassa depositi e prestiti senza un governo insediato non è in grado di poter prendere decisioni. Ricapitalizza per 36 milioni, risorse che erano già state stanziate, e potrà impegnarsi in una nuova ricapitalizzazione solo quando ci sarà l’azionista di riferimento.
«L’incontro di questa mattina con il prefetto su Ansaldo Energia non è andato bene − dichiara Stefano Bonazzi segretario generale Fiom Cgil Genova − il prefetto ci ha comunicato che Cassa depositi e prestiti ricapitalizzerà l’azienda per 36 milioni di euro, una non notizia visto che queste risorse erano già state stanziate prima che si aprisse la vertenza in corso e dalle dichiarazioni riportate dal prefetto si evince che si tratta di una “bombola d’ossigeno” utile solo a garantire la liquidità minima dell’azienda». Nel corso della riunione, dice, quindi non è stata data alcuna rassicurazione: «Domattina torneremo in assemblea con i lavoratori per decidere tempi e modi della mobilitazione a partire da domani: è evidente che se queste sono le condizioni, le prospettive per Ansaldo sono molto complicate e il futuro che si può prevedere non è affatto positivo».
L’appuntamento quindi, secondo quanto recita il volantino delle rsu, è alle 8:15 di domattina per l’assemblea retribuita. Subito dopo sciopero, manifestazione e corteo.
La Fim Cisl ha definito l’incontro deludente «Non ci sono state certezze, anzi: ne usciamo ancora più preoccupati − spiega Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria − per quanto riguarda la ricapitalizzazione da parte di Cassa Depositi e Prestiti non c’è stata data alcuna ufficialità ma c’è stato detto che saranno stanziati 36 milioni di euro dei 50 della vecchia ricapitalizzazione del 2019 definita come minima liquidità a disposizione per l’azienda. È assurdo che in questa fase si vada addirittura a ridurre quello che invece era già stato stabilito: per noi erano 50 milioni e tali devono rimanere. Inoltre dal punto di vista degli interventi sostanziali da parte di Cdp non ci sono elementi certi messi nero su bianco ma soltanto promesse che mantengono altissima la preoccupazione e la tensione in fabbrica. La ricapitalizzazione da parte di Cassa Depositi e Prestiti è alla base della messa in sicurezza di Ansaldo Energia, azienda strategica non solo per la Liguria ma anche per tutto il paese intero».
«La Uilm non si aspettava grandi cose in assenza di un governo − si legge in una nota del sindacato −, nonostante ciò abbiamo ricevuto alcune rassicurazioni che si traducono in 50 milioni per appianare debiti (36 milioni per la liquidità aziendale). Cassa depositi e prestiti non lascerà sola Ansaldo Energia perché è un asset strategico».
«Non mi aspettavo nessuna soluzione immediata, sarebbe sciocco senza un governo in carica, ma ci è stato comunicato dal Prefetto l’impegno di Cassa e depositi e prestiti sulla ricapitalizzazione non appena ci sarà l’azionista di riferimento − spiega Antonio Apa, Coordinatore regionale Uilm − Occorre un governo perché la vertenza Ansaldo deve assumere una dimensione nazionale. E poi, vorrei smontare una bufala: non è vero che i lavoratori non percepiranno stipendio a fine ottobre. I nostri problemi si chiamano carenza di ordini, avere un piano industriale credibile e un’organizzazione del lavoro che fa acqua da tutte le parti».
Ieri pomeriggio i sindacati avevano annullato lo sciopero e il corteo indetto per stamattina, in attesa di conoscere della convocazione del prefetto. Per domani è prevista un’assemblea in cui i rappresentanti riferiranno ai lavoratori dell’incontro di oggi.
La Uilm fa sapere che parteciperà all’assemblea indetta per i lavoratori, in quella sede lascerà libera scelta ai lavoratori di aderire o meno allo sciopero. «La Uilm non si fa dettare la linea da nessuno − dichiara Apa− vogliamo un incontro appena possibile con Cassa depositi e prestiti e il ministero Sviluppo economico. Poi ci sarà la battaglia per la salvaguardia industriale e occupazionale».