La Gronda ha tenuto banco all’assemblea pubblica di Spediporto, come infrastruttura fondamentale e non più rinviabile.
Le parole del ministro Enrico Giovannini sul probabile via libera definitivo entro l’estate hanno lasciato perplesso il sindaco di Genova Marco Bucci: «Ha fatto capire che aspettano l’elezione del nuovo sindaco. È allucinante che nessuno abbia il coraggio di prendere posizione rispetto alla Gronda: ne abbiamo bisogno come il pane da vent’anni».
Ariel Dello Strologo, candidato del campo progressista, commenta: «L’infrastruttura dipende dal governo, si poteva fare già dal 2017, perché non è partita? Non c’è nessun dubbio da parte nostra sulla prima parte dei lavori che riguardano la A7, sull’opera completa ci sarà un confronto con tutta la coalizione».
Bucci replica, a margine: «Si dovrebbe perlomeno vergognare di questa affermazione perché sono quelli che sostengono lui che hanno fermato tutto perché sono stati al governo. Almeno un po’ di dignità: non solo dice che vuole metà Gronda, che è una cosa veramente vergognosa, ma per sostenere che quelli che sono con lui hanno difeso l’opera ci vuole veramente un coraggio da leoni».
Il confronto a distanza tra i due candidati sindaco (20 minuti a testa di intervista sul palco dell’assemblea pubblica di Spediporto) si è misurato anche su altri temi.
Bucci difende la scelta di intervenire sulla questione depositi chimici: «Il sindaco ha il dovere di levare alcuni impianti a cinque metri dalle case. Le cose che devono stare in porto stiano in porto».
Dello Strologo, sottolinea che «Un piano regolatore portuale nuovo potrebbe risolvere il problema non solo dei depositi di Multedo, e quindi Carmagnani e Superba, ma di tutta la chimica che oggi è dispiegata in ogni luogo del porto di Genova senza avere una sua compattezza e destinazione, che sarebbe la cosa giusta a servizio dell’economia, ma soprattutto a tutela dei cittadini».
Per il futuro Bucci vede di buon occhio la riforma delle Autorità di Sistema portuali, che le trasformerebbe in spa. «Con un controllo pubblico, come avviene per le partecipate. Il fatto che dei cinque miliardi di iva non rimanga niente a Genova è assurdo e ci fanno anche pesare la richiesta dei finanziamenti per la nuova diga foranea».
, stimolato sul fatto che Bucci sia stato spesso definito il sindaco “del fare” replica: «Come presidente della Porto Antico per 7 anni ho rilanciato, grazie alle persone che lavoravano con me, l’area con Eataly, il rifacimento del cinema, la nuova vasca dei delfini. Ma in generale anche la sinistra viene ingiustamente tacciata di immobilismo quando lo scolmatore è una sua iniziativa, per esempio». Secondo Dello Strologo occorre stare attenti alla destinazione del fare. «Lo sviluppo economico deve andare a beneficio di tutti e non di alcuni. Le riqualificazioni urbanistiche degli ultimi anni hanno sempre avuto a che fare con la costruzione di centri commerciali o supermercati. Il problema di Genova è che ha perso 300 mila abitanti e deve tornare a essere tutta competitiva, non grazie a una sola azienda. Per questo occorre fare squadra con tutte le realtà cittadine».