«E ora pancia a terra e lavorare» aveva detto Draghi aprendo il primo consiglio dei ministri dopo la riconferma di Sergio Mattarella al Quirinale. L’esortazione del premier era rivolta ai suoi ministri ma non solo, tutta la pubblica amministrazione era chiamata in causa. Perché il compito principale per cui il capo dello Stato ha chiesto all’ex presidente della Bce di assumere la guida del Governo italiano è quello di realizzare il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un’occasione da non perdere per rilanciare il paese dopo l’emergenza Covid e la conseguente crisi economica (alla quale si aggiungeranno le conseguenze delle sanzioni contro la Russia). Ci sono in ballo oltre 190 miliardi di euro più il fondo complementare messo a disposizione dal governo italiano e altri fondi strutturali europei. Ma una parte consistente delle risorse europee passerà per le mani di soggetti subnazionali. Il 36% per cento dei fondi assegnati dal Recovery è affidato alle autorità locali. Si tratta di oltre 66 miliardi da impiegare per asili nido, rigenerazione urbana, edilizia scolastica e ospedaliera, economia circolare, interventi per il sociale. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio tuttavia questi enti, in alcuni casi, potrebbero non avere le strutture adeguate per gestire una così ingente mole di fondi. Intanto bisogna intercettare i bandi in uscita, poi per ottenere i fondi occorre elaborare progetti che risultino in sintonia con ciò che i bandi costruiti intorno alle singole missioni propongono e siano adeguati alle caratteristiche tecnico-burocratico richieste, infine bisogna rispettare obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo e conseguire gli obiettivi associati al progetto.
Nei piccoli Comuni non è facile disporre di personale adeguatamente preparato e in numero sufficiente per fare fronte a questi impegni. «E la nostra regione – precisa Pierluigi Vinai, direttore di Anci Liguria – comprende 234 Comuni, dei quali l’80%, e cioè 183, sono sotto i 5 mila abitanti. Di questi 183 ben 133 sono sotto i 2 mila abitanti, 99 sotto i mille e 48 sotto i 500. Il risultato è che ci arrivano migliaia di richieste di informazione e di assistenza. Noi collaboriamo anche con i grandi centri e la Città metropolitana con cui abbiamo un’ottima intesa, come l’abbiamo con la Regione e con gli uffici territoriali dello Stato. E naturalmente con l‘Anci nazionale, che sta sviluppando tantissime iniziative sul tema del Pnrr. Senza il supporto di Anci nazionale che ci fornisce il materiale di base non potremmo fare fronte alle singole richieste».
Anci interviene fornendo assistenza tecnica e attività di helpdesk, informazione e formazione. Nel 2020 ha organizzato AnciTour@eu, un tour digitale articolato in 4 tappe, una per provincia, per illustrare ai Comuni le opportunità messe a disposizione dall’Europa per lo sviluppo dei territori e per raccogliere i fabbisogni delle comunità locali, con l’obiettivo di portare la voce dei sindaci ai tavoli di lavoro impegnati nella programmazione dei fondi e programmi europei per il settennato 2021-2027.
L’iniziativa ha coinvolto gli amministratori e il personale tecnico degli enti locali liguri in quattro webinar, uno per ogni provincia, in cui sono stati illustrati gli obiettivi al centro della nuova programmazione e approfondite le misure che ogni sindaco, per il proprio territorio, ritiene più efficaci e strategiche.
L’associa inoltre partecipa ai tavoli regionali sui fondi strutturali e sulla nuova programmazione europea e alla cabina di regia regionale del progetto “Mille esperti”, voluto dal Governo per aiutare gli enti territoriali ad attuare il Piano, con la distribuzione nelle varie aree del Paese di esperti che aiutino le amministrazioni a semplificare i processi e rafforzare la capacità progettuale.
La Task force Pnrr di Anci Liguria è dedicata allo studio e alla messa a terra delle opportunità derivanti dal Pnrr per gli enti locali liguri. Coordinata dal direttore generale, ha come obiettivo l’interlocuzione, sotto il profilo tecnico, con gli uffici ministeriali, regionali e degli enti locali, oltre che con i soggetti istituzionali (Università, Camere di commercio), con le strutture di missione della sanità e del digitale, con Anci, Upi, Uncem e Ali, per pianificare percorsi di progettazione sul territorio. La Task force Psr riguarda il Programma di sviluppo rurale ed è stata costituita per rappresentare nei bandi le esigenze specifiche dei piccoli Comuni e favorire, per essi, una notevole semplificazione burocratica.
Lo sviluppo di un applicativo informatico, Alisei, permette di gestire i quesiti, le faq e di veicolare le informazioni necessarie nella maniera più veloce e precisa possibile, illustrando i bandi, le modalità e i requisiti per la partecipazione. «Affianchiamo i loro tecnici nella progettazione delle proposte – spiega Vinai – perché massimizzino le chance di finanziamento e, una volta finanziati, li accompagniamo in tutti gli adempimenti e le procedure nel rispetto delle tempistiche stringenti. Assistiamo anche i funzionari comunali nelle attività di rendicontazione, inflessibili, per scongiurare che il minimo errore possa pregiudicare l’intero finanziamento, anche a interventi già realizzati».
Per il progetto Borghi Anci fornisce assistenza tecnica e attività di helpdesk per i piccoli comuni interessati a partecipare alla linea di finanziamento b.
L’associazione è stata è stata impegnata, con altre Anci regionali, nella redazione degli emendamenti alla conversione in legge del decreto per l’attuazione del Pnrr e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose), perché i piccoli Comuni colpiti da dissesto idrogeologico, rispetto agli altri, avessero spazio nel riconoscimento di contributi maggiori nei seguenti ambiti: imprese turistiche, risorse idriche, efficientamento energetico-rigenerazione-mobilità sostenibile-messa sicurezza degli edifici, rischio idrogeologico-alluvioni, possibilità di assunzioni per l’attuazione dei progetti Pnrr. A questo ultimo proposito, è stato istituito un fondo dedicato ai piccoli Comuni che, non avendo le risorse per assumere, vengono soccorsi fino a 30 milioni di euro.
Con la Regione Liguria Anci ha rinnovato l’accordo per il sostegno allo svolgimento di attività comunali per riuscire, insieme, a risolvere le problematiche amministrative, mettendo a disposizione tecnici ed esperti soprattutto per i piccoli Comuni.
Un lavoro intenso di collaborazione tra le singole amministrazioni e l’associazione. Ma non è ancora sufficiente, in una realtà come quella ligure, la collaborazione a rete, tra le singole amministrazioni. «Noi ce la metteremo tutta – conclude Vinai – ma per gli enti locali è venuto il tempo di capire che bisogna collaborare e non continuare a gestire ognuno il proprio orticello».