Al quinto giorno di guerra sul fronte russo-ucraino l’inasprimento delle sanzioni occidentali contro la Russia e l’avvio timido dei colloqui diplomatici mandano ancora in rosso le Borse europee. La situazione è aggravata dal blocco selettivo dal circuito interbancario Swift per alcuni istituti russi e dal divieto di transazioni con la Banca centrale russa deciso dagli Usa. Penalizzati risultano soprattutto gli istituti di credito, l’industria dell’auto e le assicurazioni, mentre salgono le azioni del settore della difesa, che prevede nuove commesse grazie alle prospettive di riarmo in Germania e in generale in Europa occidentale, e delle imprese impegnate nelle energie rinnovabili. Il Cac 40 di Parigi segna -1,3%, il Dax di Francoforte -0,7%, il Ftse 100 di Londra -0,4%, l’Ibex 35 di Madrid -0,1%, il Ftse Mib di Milano -1,39%.
Poco mosso lo spread Btp/Bund, a 160 punti (-0,63%)
A Piazza Affari sono scesi ancora i titoli delle imprese con maggiori interessi in Russia, Unicredit (-9,48%), Intesa Sanpaolo (-7,43%), Pirelli (-4,76%). Rimbalzo di Leonardo (+15,11%) dopo che la Germania ha annunciato un aumento delle spese militari.
Sul fronte dei cambi, l’euro scambia a 1,1231 dollari (da 1,1248 venerdì in chiusura) e si attesta a 129,53 yen (130,05), mentre il rapporto dollaro/yen è a 115,27 (115,62).
In forte rialzo il prezzo del petrolio, a causa dei rischi di approvigionamneto dovuti alla guerra: il future aprile sul Wti sale del 4% a 95,3 dollari al barile, mentre l’analoga consegna sul Brent scambia a 100,9 dollari (+3%).