Un partito diviso al suo interno e tenuto sotto pressione da Giovanni Toti, governatore regionale e leader della lista Cambiamo! È ciò che ha trovato Giorgio Mulè, parlamentare di Forza Italia eletto nel collegio di Imperia, portavoce dei gruppi di Forza Italia alla Camera e al Senato, e ora sottosegretario alla Difesa, nel giro di viste fatte in Liguria ieri e l’altro ieri.
Toti a livello nazionale non è ancora riuscito a costruire quel nuovo contenitore, di area centro-destra, in grado di andare oltre le attuali formazioni politiche che è il suo obiettivo. Può contare su una quindicina di parlamentari, grazie a transfughi da altri partiti ma, stando ai sondaggi, i suoi consensi nel paese si aggirerebbero intorno all’1%. E dalla formazione del Governo Draghi Cambiamo! è stato escluso, pur avendolo sostenuto senza esitazioni fin da quando il nome dell’ex presidente della Bce era emerso con la crisi provocata da Renzi. In Liguria, però, Toti ha portato Cambiamo! a essere la prima lista, con il 22,60% dei voti conquistati alle ultime elezioni regionali. E verso il suo ex partito non ha avuto riguardi: l’ha escluso dalla giunta, nonostante che Berlusconi gli avesse chiesto di riservare almeno una delega (alla Terza Età) a uno dei liguri a lui più vicini, il responsabile regionale dei Seniores Giuseppe Costa. E nonostante il fatto che la Lega fosse disposta a rinunciare a una poltrona pur di accogliere in giunta una forza che aveva contributo alla vittoria nella campagna elettorale. Una ferita che ha lasciato il segno. Ora l’ombra di Toti viene indicata, a ragione o a torto, sullo sfondo di ogni crisi locale di Forza Italia. Le occasioni non mancano.
Alla Spezia il partito di Berlusconi si è frantumato con lo scontro tra l’ex coordinatore provinciale Fabio Cenerini e il coordinatore regionale Carlo Bagnasco (sindaco di Rapallo), partito dalla nomina a commissario degli azzurri alla Spezia di Francesco Sergiampietri, 26enne sarzanese considerato molto legato ad Alessio Cavarra già uscito dal Pd per approdare a Italia Viva e – si dice – in ottimi rapporti con Bagnasco. Ora Forza Italia è fuori dalla maggioranza del centrodestra alla Spezia, secondo Comune della Liguria, conquistato dopo quaranta anni di egemonia del centrosinistra.
A Genova nell’autunno 2019 il partito azzurro ha visto uscire dalla giunta Bucci i suoi due assessori Giancarlo Vinacci e Arianna Viscogliosi senza che né il sindaco né i due interessati abbiano fornito spiegazioni.
A Savona l’attuale sindaco Ilaria Caprioglio, indipendente ma vicina a Forza Italia, pare che per una eventuale ricandidatura non possa contare con certezza sul sostegno di Cambiamo!
Nell’estremo Ponente è ben radicato il sindaco di Imperia, l’ex ministro e braccio destro di Berlusconi, Claudio Scajola, artefice della trasformazione di Forza Italia in partito strutturato. Scajola con le sue liste civiche nel 2018 era riuscito a farsi eleggere battendo l’intera coalizione del centrodestra, che era guidata da Toti e comprendeva anche Forza Italia (Forza Imperia). La stessa cosa era avvenuta ad Alassio, con la vittoria di Marco Melgrati.
Insomma, grande è la confusione, in Liguria, sotto il cielo degli azzurri. E non tutte le difficoltà dei berlusconiani possono venire da Toti. Alcuni, non solo Cenerini, ne assegnano parecchie al coordinatore regionale Carlo Bagnasco. A Genova c’è chi gli attribuisce la responsabilità degli smacchi subiti in sede comunale e regionale.
Come sottosegretario alla Difesa Mulè nella sua due giorni ligure ha affrontato questioni di carattere istituzionale, nel Ponente quelle relative alla nuova caserma dei carabinieri e il potenziamento della viabilità cittadina a Imperia, la Albenga-Carcare-Predosa, il raddoppio ferroviario Andora-Finale Ligure, la variante dell’Aurelia bis, a Genova ha incontrato esponenti della comunità portuale e dell’Ordine degli Avvocati. Ma Mulè è anche uno degli esponenti di vertice del partito di Berlusconi, e in Liguria si può considerare una specie di supervisore informale. Sicuramente conosce i problemi del partito e deve averne parlato con Bagnasco, prima delle fotografie di gruppo a beneficio della stampa. Che cosa si saranno detti? Non lo sappiamo. Sappiamo però che almeno una parte di Forza Italia chiede al partito una dialettica più marcata di quanto non sia stata finora nei rapporti con Toti. Basta leggere in controluce la nota rilasciata ieri da Giuseppe Costa.
«La visita oggi dell’on Giorgio Mulé a Genova – si legge nel documento – ha dato vigore all’azione politica del coordinatore Carlo Bagnasco che ha il sostegno di tutta Forza Italia nel rivedere il nostro ruolo e la nostra collocazione nelle amministrazioni che ci escludono dall’esecutivo a cominciare dal Comune di La Spezia per continuare in tutte le altre amministrazioni, compresa la Regione Liguria, dove la nostra partecipazione alle decisioni operative viene esclusa. Tale attività sarà più incisiva non appena saranno resi operativi gli organismi previsti dallo Statuto di Forza Italia».