Rinnovo del contratto scaduto da due anni, nuove assunzioni per interrompere l’abuso del precariato nella pubblica amministrazione, maggior sicurezza e miglioramento delle condizioni di lavoro per i dipendenti dei servizi pubblici e di conseguenza anche per i cittadini.
Queste le richieste alla base dello sciopero dei dipendenti della pubblica amministrazione, svoltosi oggi anche in Liguria. La protesta è stata indetta a livello nazionale da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa. I presìdi si sono svolti dinnanzi tutte le sedi delle quattro prefetture di Genova, Savona, Imperia e La Spezia, nonché presso altri luoghi di lavoro pubblico.
A livello nazionale c’è bisogno di oltre 500 mila assunzioni: dal 2018 al 2020 sono andati persi circa 200 mila posti di lavoro per i pensionamenti. In Liguria i dipendenti del pubblico sono 105 mila, di cui 23 mila impegnati in sanità. Dal 2018 al 2020 nella nostra regione sono andati in pensione tra i 4 e i 5 mila lavoratori non ancora sostituiti, che andrebbero incrementati con almeno ulteriori 5 mila nuove assunzioni. L’età media di chi lavora oggi è di 53 anni, per migliorare i servizi pubblici c’è dunque bisogno anche e soprattutto di giovani, ribadiscono i sindacati. I precari in questo settore in Italia sono circa 170 mila: Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa chiedono la stabilizzazione di questi lavoratori anche in ragione del fatto che la Commissione Europea ha sanzionato il nostro Paese per uso improprio del precariato nel pubblico impiego.
“In questi anni – scrivono i sindacati in una nota – i servizi pubblici sono stati svuotati, oltre che dai pensionamenti, anche dal blocco delle assunzioni, con conseguenti ripercussioni sui carichi di lavoro e sui servizi ai cittadini. Per sostenere la popolazione e aiutare le imprese serve una pubblica amministrazione più efficace: c’è bisogno di un piano straordinario di assunzioni per rafforzare un settore che in questo periodo di pandemia si è mostrato, qualora ci fosse bisogno di una conferma, indispensabile al Paese”.
Al governo Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa chiedono più risorse per consentire l’adeguamento dei salari alla media europea e una classificazione del personale che riconosca ruoli, competenze e professionalità all’interno della pubblica amministrazione.