Niente amianto sopra la soglia prevista dalla normativa, i detriti del ponte Morandi potranno essere tutti riutilizzati.
Lo precisa la struttura commissariale, divulgando le concentrazioni emerse durante le analisi.
Le analisi svolte a monte della demolizione non hanno riscontrato, in nessun caso, la presenza di amianto in concentrazioni superiori alla soglia prevista dalla normativa che sancisce la pericolosità del materiale/rifiuto ovvero 1,000 mg/kg (pari allo 0.1% in peso del materiale). Gli stessi risultati vengono evidenziati anche dalle analisi (attualmente in corso) condotte sui cumuli di detriti ai fini della caratterizzazione del rifiuto.
Per quanto riguarda i campioni prelevati dalle strutture del viadotto pre-demolizione: il 99% delle analisi hanno verificato l’assenza di fibre di amianto, ovvero la presenza (non quantificabile) al di sotto del limite di rilevabilità strumentale pari a 100-120 mg/kg (corrispondente a circa lo 0.01% in peso e cioè 10 volte inferiore alla sopra richiamata soglia di pericolosità), solamente nell’1% dei campioni (corrispondenti a 3 carotaggi) sono state riscontrate concentrazioni superiori al limite di rilevabilità strumentale. In ogni caso il valore massimo ottenuto (su 1 carotaggio) è stato pari a 245 mg/kg, quindi largamente inferiore alla soglia dei 1,000 mg/kg.
Per quanto riguarda le attività svolte fino a oggi sui cumuli di detriti (compresi quelli degli edifici demoliti di via Porro) per ottemperare alle disposizioni della normativa in materia di rifiuti, i campioni prelevati hanno rimarcato la non pericolosità del materiale; perdipiù le analisi sono risultate tutte inferiori al limite di rilevabilità strumentale pari a 100-120 mg/kg.
Sulla base di quanto sopra, potrà essere recuperata/reimpiegata la totalità dei detriti derivanti dalle demolizioni suddette, secondo le autorizzazioni che saranno debitamente acquisite da parte degli Enti Competenti alla definizione delle modalità di recupero dei rifiuti, ai sensi della normativa nazionale e comunitaria vigente.
La struttura aggiorna anche sulla questione monitoraggi della qualità dell’aria: tutti i campionamenti del parametro “fibre di amianto aerodisperso” condotti in maniera continuativa durante tutte le attività di cantiere, non hanno mai superato le soglie di attenzione previste e condivise con gli enti di controllo. Tali monitoraggi sono stati svolti (e tutt’ora proseguono) non solo nei punti identificati come rappresentativi degli ambienti di vita circostanti il cantiere, ma anche all’interno di esso in prossimità di particolari lavorazioni (quali ad esempio i tagli e le frantumazione dei detriti) e in concomitanza con eventi significativi (ad esempio la demolizione delle pile 10 e 11 mediante l’uso di esplosivo).