I sindacati hanno firmato l’ipotesi di accordo per l’Ilva con ArcelorMittal.
Il vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio dopo la firma dell’accordo ha annunciato che «ora è venuto il momento di una legge speciale per il rilancio di Taranto e di mettere risorse nella Legge di Bilancio».
In base all’accordo 10.700 dipendenti del gruppo vengono subito confermati, mentre, sino al 2023, sono previsti incentivi economici per coloro che autonomamente intendono lasciare l’azienda. Dopo tale data chi non avrà lasciato il gruppo sarà riassorbito dallo stesso. Riguardo la parte economica vengono confermate le voci fisse contrattuali ed è escluso l’utilizzo del job act. Previsto un piano industriale di 4,2 miliardi di euro di investimenti, di cui 1,15 miliardi di carattere ambientale.
La conclusione della vicenda, secondo il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, «è un bel segnale per il Paese. Ed è la riprova che è possibile coniugare le ragioni dell’ occupazione con quelle dell’ ambiente e dello sviluppo nel rispetto delle prerogative dell’ acquirente. Auspichiamo che possa essere l’ inizio di una svolta che riporti la questione industriale al centro dell’ attenzione nazionale».
«La caparbietà e la determinazione del sindacato – commenta il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli – hanno sbloccato la rigidità aziendale e ha convinto il governo attraverso Di Maio a superare una fase di speculazione politica sulla vertenza e a concentrarsi sul futuro dei lavoratori, dell’ industria e dell’ ambiente. con i lavoratori in tutti gli stabilimenti del gruppo. La dichiarazione di condivisione dell’ accordo da parte del ministro – aggiunge Bentivogli – è un atto di responsabilità da noi richiesto».
«Nei prossimi giorni – annuncia il segretario della Fim – inizieremo l’ informazione e il confronto. Spero che il confronto anche aspro che c’è stato con il ministro sia utile in futuro a una interlocuzione più rispettosa e costruttiva con le organizzazioni anche in situazioni di profonde divergenze».