Un modo per tutelare i cittadini dall’abuso della professione, un modo per essere più rappresentativi a livello istituzionale. Dal primo luglio chi svolge una professione sanitaria che non era rappresentata da un ordine, deve iscriversi all’albo del “super-ordine” che racchiude ben 17 professioni. Si chiama Ordine dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
Lo ha stabilito la legge 3 del 2018 (legge Lorenzin), che ha istituito l’Ordine che custodirà tutti gli albi professionali. L’iscrizione si fa online (a questo link)

Tecnici sanitari di radiologia medica e Assistenti sanitari avevano già un Ordine, saranno loro a coordinare questa prima fase (in attesa di nuove elezioni nel 2020), che solo in Liguria coinvolge migliaia di professionisti: «Per quanto riguarda l’Ordine che racchiude le province di Genova, Imperia e Savona – dice l’attuale presidente del consiglio direttivo Antonio Cerchiaro – stimiamo tra 5 e 6 mila persone». La Spezia fa storia a sé. A livello nazionale si pensa che siano coinvolti circa 220 mila professionisti.
«Non esisteva nessun tipo di censimento di coloro che svolgono questa professione – puntualizza Cerchiaro – si tratta di una scommessa e di un’opportunità, perché se riusciremo a collaborare, potremo mettere in campo un’istituzione che può dare una grossa mano agli ospedali, alle aziende, alla politica».
Sono obbligati all’iscrizione all’albo i tecnici sanitari di laboratorio biomedico, i tecnici audiometristi, i tecnici audioprotesisti, i tecnici ortopedici, i dietisti, i tecnici di neurofisiopatologia, i tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, gli igienisti dentali, i fisioterapisti, i logopedisti, i podologi, gli ortottisti e assistenti di oftalmologia, i terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, tecnici della riabilitazione psichiatrica, terapisti occupazionali, educatori professionali, tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro.
«Obiettivo della legge – spiega Cerchiaro – è anche far emergere situazioni poco chiare nel settore privato, dove esistono situazioni borderline, da quello che sappiamo: non si sa quale formazione abbiano avuto molti professionisti, ma è anche un modo per combattere il lavoro nero».
Solo per fare qualche esempio gli educatori professionali o i fisioterapisti lavorano veramente a tutto campo in ogni struttura sul territorio, diventa fondamentale poter appurare con una semplice ricerca, che si tratta di persone qualificate.
A giudicare i titoli di accesso per le richieste di iscrizione a ogni albo, in attesa del decreto attuativo che stabilisca le singole commissioni albo), c’è un rappresentante (Ramr, Rappresentanti associazioni maggiormente rappresentative) per ogni professione.