L’esito del primo turno delle elezioni francesi ha segnato il vantaggio di Emmanuel Macron su Marine Le Pen e portato un’iniezione di ottimismo sui mercati. Gli indici azionari dell’Eurozona hanno registrato le performance migliori nella giornata di lunedì, supportate anche dall’andamento della fiducia delle imprese, sui massimi degli ultimi sei anni.
Un maggior appetito al rischio si è diffuso su tutti i mercati azionari: negli Usa i buoni risultati delle trimestrali in particolare del settore industriale (Caterpillar e Alcoa per esempio), le attese per l’annuncio di Trump relativo alla riforma fiscale e i buoni dati del settore immobiliare hanno preso il sopravvento sui timori innescati dalle tensioni geopolitiche (Afghanistan e Korea). In Giappone la crescita industriale e l’avanzamento delle esportazioni ha dato segnali incoraggianti e l’indebolimento dello Yen ha supportato le aziende esportatrici. L’indice della volatilità del mercato americano è tornato a contrarsi riposizionandosi in prossimità dei minimi a 10.69 rispetto alla media di lungo periodo di 20.
Sul fronte valutario l’euro ha recuperato terreno rispetto al paniere delle valute principali: il dollaro e lo Yen, considerate le divise rifugio per eccellenza, hanno sensibilmente perso terreno supportando i relativi listini azionari nazionali.
Infine, per quanto riguarda le obbligazioni, sono stati favoriti i titoli governativi francesi e dei Paesi periferici, mentre i decennali tedeschi e americani sono stati penalizzati.
Se nelle ultime settimane l’attenzione era concentrata sull’esito del primo turno elettorale francese, a partire da questa settimana, gli operatori torneranno a guardare anche il mercato americano. Il fatto che i sondaggi sul primo turno in Francia si siano rilevati molto attendibili ha fatto tornare un po’ di fiducia verso le rilevazioni campionarie e la proiezione di un vantaggio per il secondo turno in agenda il 7 maggio di oltre 20 punti di Macron (al 61% delle preferenze) su Le Pen (al 39% delle preferenze) lascia ben sperare per la stabilità politica dell’Eurozona.
I principali market mover della settimana: negli Stati Uniti, sul fronte politico, l’annuncio della riforma fiscale è importante soprattutto dopo il fallimento sul ridimensionamento dell’Obamacare, così come dovrà essere trovato un accordo sulla legge di rifinanziamento delle attività amministrative. Il mancato accordo sugli stanziamenti attiva la procedura di blocco delle attività governative considerate non essenziali fino all’approvazione da parte del Congresso (Government shutdown). Sul fronte Corporate l’attività sarà particolarmente intensa con 194 società che riportano gli utili del primo trimestre.
Questa settimana e la prossima saranno particolarmente interessanti per il settore tecnologico, che proprio ieri ha segnato un nuovo massimo di sempre. Anche i dati macro pubblicati saranno estremamente interessanti: market mover importante sarà quello del Pil, atteso in crescita dell’1,1% dagli analisti. Il dato è stimato in contrazione rispetto al 2.1% del trimestre precedente a causa di spese dei consumatori e governative più moderate e un rallentamento nell’accumulo delle scorte.
Nell’Eurozona sono attesi ancora indicatori di fiducia delle imprese e del settore dei servizi e la prima stima del dato relativo alla crescita dei prezzi al consumo ad aprile. In Cina verranno pubblicati domenica gli importanti indicatori Pmi manifatturieri e dei servizi relativi al mese di aprile.