Segreteria unitaria, gruppi di lavoro e prima verifica della capacità del partito di parlare con la società, dopo la sconfitta del 31 maggio, alla festa provinciale dell’Unità tra fine agosto e inizio settembre. Alessandro Terrile, riconfermato alla guida del Pd genovese, ieri sera, all’assemblea dei delegati provinciali, al Cap di via Albertazzi, a Genova, ha visto approvare le linee guida della sua segreteria.
«Ieri sera – dichiara Terrile a BJ – si è avuto un clima positivo, abbiamo registrato una sostanziale unanimità. Formeremo una segreteria di 8- 10 componenti, tale da rappresentare le varie anime del partito. Nel complesso, abbiamo raggiunto un accordo ampio e, credo, la consapevolezza che bisogna superare divisioni e personalismi, altrimenti subiremo altre sconfitte, dopo quella delle regionali».
Saranno presenti i paitiani- renziani, quattro probabilmente, i cuperliani, forse altrettanti, e almeno un rappresentante di quei civatiani che non hanno lasciato il partito. A scegliere le persone che andranno a fare parte della segreteria sarà lo stesso Terrile, con l’obiettivo di rispondere all’esigenza di rappresentatività. La segreteria dovrebbe essere pronta entro venerdì.
I non paitiani-renziani dovrebbero essere Fabio Franchini, Simone Franceschi, Maria Carla Italia e Viola Boero. Per i renziani si parla di Michele Malfatti, Fabio Gregorio, Monica Mannu, Paola Nicora, Marina Costa. Gli ex seguaci di Civati potrebbero essere rappresentati da Katia Piccardo o Walter Rapetti.
«Ci organizzeremo – annuncia Terrile – in gruppi di lavoro dedicati a temi specifici. Uno riguarderà i modi in cui si esplica l’attività del partito, un altro senza dubbio riguarderà la festa provinciale, in calendario dal 27 agosto al 14 settembre. Sarà un appuntamento importante, la prima grande occasione di apertura e dialogo vero l’esterno dopo la sconfitta elettorale».
Se il Pd genovese sembra incamminato verso la ricomposizione della frattura che lo ha spaccato durante le primarie, quello ligure è ancora molto indietro su questo cammino. Permangono forti divisioni politiche e personali, che hanno costretto la direzione nazionale a decidere di inviare in Liguria un commissario. La nomina dovrebbe essere imminente.