La Liguria è al secondo posto in Italia per spesa del fondo Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), il programma che finanzia gli investimenti in generale (incentivi alle imprese, ricerca e innovazione, infrastrutture, agenda digitale, energia), mentre è indietro sulla spesa dei fondi del Fse il Fondo sociale europeo, che finanzia azioni per l’occupazione, l’istruzione e la formazione.
I dati al 31 maggio sul settennato 2007-2013, forniti dal dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica, vedono per il Fesr la Liguria seconda solo alla Valle d’Aosta (che ha speso il 91,8% dei fondi) con l’87,2%, un obiettivo di spesa che supera il target fissato a livello nazionale dell’81,9%.
Il Por Fesr Liguria 2007/2013 ha raggiunto un livello di spesa di 458 milioni di euro superando così di 4 milioni di euro il target di spesa ministeriale previsto per fine maggio, pari a 454 milioni euro.
Liguria che però è indietro per quanto riguarda il Fse con il 78,5% rispetto al target nazionale atteso dell’84,6%, un risultato che “vale” il sedicesimo posto in Italia.
Parlando di cifre certificate, gli investimenti attivati grazie al Fesr ammontano a oltre 530 milioni, la dotazione dell’Unione Europea a 168 milioni (Stato e Regione Liguria hanno attivato risorse proprie), la spesa certificata supera i 258 milioni.
Il programma Por-Fesr si è sviluppato attraverso 5 assi: Imprese, organismi di ricerca, università; Energia; Sviluppo urbano; Valorizzazione delle risorse naturali; Assistenza tecnica.
Nell’ambito del primo asse sono stati spesi fondi per incentivare le pmi all’utilizzo di servizi specialistici, correlati a processi di innovazione e trasferimento tecnologico, per sviluppare le reti d’impresa, per rafforzare la diffusione della banda larga, per recuperare le attività dopo i danni dall’alluvione.
L’asse energia è servito per migliorare la qualità dell’aria dei Comuni, per la generazione di energia da fonti alternative, per la progettazione di un sistema informativo ambientale, per la realizzazione di un sistema di fornitura a terra dell’energia elettrica per le navi nel porto di Genova, per la realizzazione di interventi sul risparmio energetico delle imprese.
L’asse 3 ha riguardato interventi su sicurezza, coesione sociale, attrattività e accessibilità delle città sopra i 40 mila abitanti (Genova, La Spezia, Savona-Vado, Sanremo e Imperia).
L’asse 4 si è concentrato sulla valorizzazione della rete dei castelli e delle fortificazioni, delle ville e dei giardini storici, dei musei e dei siti archeologici.
L’asse 5 era puramente legato al supporto delle varie attività propedeutiche alla migliore attuazione del programma.
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Le risorse finanziarie del Fse ammontavano a 363,4 milioni di cui 146,3 milioni di Fse e il resto di risorse pubbliche nazionali. Cinque gli assi in cui è stato suddiviso: Adattabilità, occupabilità, inclusione sociale, capitale umano, transnazionalità e interregionalità. Gli obiettivi principali indicati dal programma erano aumentare l’adattabilità dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori, migliorare l’accesso all’occupazione e alla sostenibilità, migliorare l’inclusione sociale dei gruppi svantaggiati, migliorare il capitale umano.
Sul sito della Regione Liguria l’ultimo aggiornamento sul rapporto di valutazione del programma Fse (da parte di una società esterna) risale al 31 dicembre 2013, in cui emerge come proprio da quell’anno la Liguria abbia provato ad accelerare sulla distribuzione dei fondi con un aumento dei progetti avviati, tuttavia grandi carenze erano state riscontrate sull’asse V (transnazionalità e interregionalità), con il rischio di non poter spendere tutti i fondi a disposizione.
La Liguria è anche nella top ten delle regioni italiane per la spesa dei fondi europei destinati allo sviluppo rurale del periodo 2007-2013: a quota 85,9%, contro una media italiana dell’81,9%. Questi gli ultimi dati disponibili della Commissione europea, che ha da poco aumentato la flessibilità delle regole per agevolare le Regioni a smaltire i pagamenti del loro budget del Fondo europeo di sviluppo rurale per i sette anni passati, entro il 2015.
Stando al bilancio chiuso il primo trimestre, Bolzano guida la classifica dei virtuosi, con una percentuale di spesa del 94,7%, seguita dalla Lombardia con il 93,1%, poi Trento (89,4%), Veneto (89,2%), Liguria (85,9%) e Toscana (84,6%).
Approfondimenti: Target risultati al 31-5; Dotazioni certificazioni al 31-5; attuazione Por-Fesr al 28_02_2015-1