“Non scuotete il neonato!”: è il messaggio che gli specialisti dell’istituto Gaslini di Genova lanciano nell’ambito del convegno organizzato al Cisef, Centro internazionale studi e formazione, da Soroptimist International (Club di Genova due e Club di Genova).
«Il pianto inconsolabile di un neonato può portare all’esasperazione i genitori o chi si prende cura di lui – spiega Edvige Veneselli, direttore dell’Uoc Neuropsichiatria del Gaslini – nasce quindi una sensazione di rabbia, impotenza ed esasperazione, che può portare a perdere il controllo e scuotere con violenza il neonato, nel tentativo di farlo smettere di piangere. Quest’azione provoca danni devastanti: a causa della fragilità del cervello del bambino molto piccolo, il gesto può provocare un importante danno cerebrale, che può addirittura mettere a rischio la vita: nel 50% dei casi lo scuotimento può associarsi a disabilità permanente, nel 30% a morte del neonato».
Pediatri, neuropsichiatri, rianimatori, chirurghi, neonatologi: tante specialità mediche a confronto al Cisef Gaslini, proprio perché sono tante le tipologie di lesioni riportate dai bambini vittime di questa sindrome. Lesioni multiple e di difficile interpretazione, che gli esperti stanno imparando a distinguere dalle lesioni causate da danni accidentali, in modo da individuare il più precocemente possibile le azioni volontarie, analizzando una serie di “situazioni di sospetto”, grazie all’analisi delle lesioni, del racconto dei fatti, del contesto famigliare.
«Confrontati con bambini che presentano traumi accidentali severi, i bambini che hanno riportato trauma cranico non accidentale presentano più frequentemente emorragie, emorragie retiniche (in almeno 74% dei casi e in 82 % dei casi fatali) e lesioni cutanee, scheletriche e viscerali associate», spiega Emanuela Piccotti, responsabile del Pronto Soccorso del Gaslini.
Un’azione che può essere messa in pratica da chiunque: il maltrattamento è un fenomeno “trasversale”, che coinvolge famiglie di diversa appartenenza economica e culturale, e genitori le cui caratteristiche psicologiche non necessariamente rientrano in quadri psicopatologici definiti. Spesso colpisce proprio i bambini più fragili, come i neonati pretermine (più a rischio perché più irrequieti, più soggetti a pianti prolungati e inconsolabili) o i portatori di handicap.
«La campagna di prevenzione ideata da Soroptimist International si prefigge di diffondere la conoscenza in merito a questa azione violenta e dannosissima per il neonato, attraverso convegni e incontri e la realizzazione di locandine e brochure informative, che vogliamo diffondere in tutta Italia, dove purtroppo non c’è ancora abbastanza consapevolezza della gravità di questa azione», commenta Rossella Rossi, presidente Soroptimist Genova Due.
Attualmente in Italia non esistono dati pubblicati sull’incidenza e la prevalenza di casi di “Shaken baby syndrome”, vista la difficoltà di identificare con certezza il legame tra i sintomi riportati dai piccoli esaminati e le cause che li hanno determinati.