Prosegue la pressione sui titoli di Banca Carige e si diffondono le voci sulle possibili cause di questo movimento.
Questa mattina alle 11.55 le azioni dell’istituto di credito genovese segnavano un ribasso del 2,24% a 0,0087 euro con un volume di 508.664.364 di pezzi scambiati. Il valore dei pezzi passati di mano sfiora l’1% del valore totale, una cifra che può essere determinata da normali scambi dovuti essenzialmente a prese di beneficio dopo i rialzi della settimana scorsa ma anche a manovre, tenuto conto del fatto che l’andamento di questa mattina segue il calo del 6,3% registrato ieri 19 marzo con volumi che hanno raggiunto i tre miliardi di titoli, corrispondenti al 5% del capitale.
Secondo alcuni operatori a vendere potrebbe essere Raffaele Mincione, entrato nel capitale di Carige con una quota del 5,428%. Mincione ha comunicato il superamento della soglia del 5% il 16 febbraio.
Il finanziere italo-londinese aveva chiesto che il cda della banca riflettesse la nuova composizione dell’azionariato. Di fronte al rifiuto opposto dal board di Carige Mincione potrebbe aver deciso di vendere i titoli aquistati guadagnando una plusvalenza, visto che dal 16 febbraio al 19 marzo le azioni Carige sono salite del 21%.
È comunque soltanto un’ipotesi, Mincione non ha comunicato nulla. Altra ipotesi è che alcuni soci potrebbero avere deciso di ridimensionare la loro quota del capitale di Carige, sull’esempio di Chenavari e del Credito Fondiario. Sempre che non si tratti di un movimento collettivo.
Intanto prosegue il road show di Carige per la presentazione agli investitori istituzionali dell’emissione dei titoli subordinati Tier 2, nell’ambito del programma di riequilibrio del funding dalla banca per il rispetto della normativa Mrel. Oggi e domani l’ad Paolo Fiorentino con un gruppo di dirigenti è a Londra per incontri istituzionali. L’ammontare dell’operazione potrebbe essere compreso tra i 300 e i 500 milioni, ma senza alcun vincolo.
La nuova emissione di subordinati, che avrà scadenza decennale, si avvale di un rating CCC da parte dell’agenzia Fitch.