Per recuperare i luoghi culturali dimenticati il governo mette a disposizione 150 milioni di euro. Fino al 31 maggio tutti i cittadini potranno segnalare all’indirizzo di posta elettronica bellezza@governo.it un luogo pubblico da recuperare, ristrutturare o reinventare per il bene della collettività o un progetto culturale da finanziare.
Una commissione ad hoc stabilirà a quali progetti assegnare le risorse. Il relativo decreto di stanziamento sarà emanato il 10 agosto.
Tra le campagne lanciate in Liguria c’è la sfida di Sampierdarena e del suo Municipio, anche attraverso una petizione: “Più luce sulla Bellezza! Museo diffuso della luce: Lanterna di Genova e ville storiche“, un progetto che intende mettere in rete alcune realtà museali ed espositive già attive e alcuni spazi pubblici a oggi parzialmente o totalmente inaccessibili, bisognosi di interventi di ristrutturazione e di valorizzazione.
Nella presentazione si legge: non uno spazio espositivo ex novo, difficile da mantenere, ma uno spazio vivo in cui le funzioni urbane si intersecano, flessibile, versatile, capace di mettere in luce la bellezza del patrimonio storico-artistico coniugandola con la tecnologia e l’attenzione alla sostenibilità.
Il polo centrale è il Museo della Lanterna, concepito allo scopo di presentare la città di Genova al mondo. L’allestimento multimediale, tuttavia, male si adatta alle condizioni strutturali del complesso e, dati gli importanti cambiamenti che la Superba ha attraversato negli scorsi anni, necessiterebbe di un aggiornamento contenutistico, fermo al 2008.
La proposta del Museo diffuso della Luce è quella di restituire alla Lanterna il suo ruolo di simbolo della città, ripensando l’offerta del suo Museo e la relazione con il patrimonio storico-artistico circostante. Per questo il progetto elabora un vero e proprio percorso di luce che si irradia dalla Lanterna al sistema delle ville storiche di Sampierdarena – oggi per lo più adibite ad istituti scolastici – e che attraverso un’illuminazione artistica monumentale dà vita ad un museo in continuo dialogo con lo spazio urbano.
Il progetto si focalizza quindi sull’identificazione di nuovi circuiti di fruizione del patrimonio culturale locale, sia per il pubblico turistico sia per quello degli abitanti e dei frequentatori abituali del quartiere e della città. Investe prioritariamente il quartiere di Sampierdarena, tendenzialmente escluso dai circuiti turistici tradizionali, nonostante la ricchezza del suo patrimonio storico-artistico: gli itinerari sono concepiti nell’ottica della sostenibilità e di una migliore distribuzione dei flussi turistici (in particolare, ad esempio, crocieristici) nello spazio e nel tempo (ad esempio con aperture serali).
A essere coinvolti sarebbero gli ex Magazzini del Sale, recentemente acquisiti dal Comune di Genova dietro progetto di valorizzazione; Villa Centurione del Monastero, costruita nel 1587 per conto di Barnaba Centurione, sorgeva anch’essa di fronte al mare, fu sede di una prima biblioteca civile, restaurata per farne la sede comunale e sede scolastica; Villa Imperiale Scassi detta “La Bellezza”, fatta edificare tra il 1560 e ‘63 dal principe Vincenzo Imperiale su disegni dell’Alessi e affidando i lavori ai fratelli Ponzello, oggi è sede scolastica; Villa Spinola di San Pietro, terminata nel 1582 per Gio. Battista Lercari, sorse al centro di un ampio terreno che si estendeva dalla spiaggia alla collina del promontorio di San Benigno e comprendeva pergolati, boschetti, agrumeti, uliveti e un ninfeo; Villa Grimaldi detta “La Fortezza”, costruita dal ticinese Bernardo Spazio per il banchiere Giovanni Battista Grimaldi, è tra le dimore genovesi i cui disegni vennero raccolti da Rubens, che vi soggiornò nel 1607.
Le azioni previste, espressioni di un progetto d’insieme, sono articolate in fasi indipendenti, ma sussidiarie, in modo che il Museo diffuso della Luce possa trovare piena realizzazione anche in fasi successive e non possa subire condizionamenti di fruibilità da finanziamenti parziali.
L’hashtag per promuoverlo è #lucesullabellezza. Qui i dettagli e la possibilità di firmare. Fondamentale però inviare anche l’e-mail a bellezza@governo.it.