«La situazione è drammatica perché la politica in generale a livello planetario non ha il senso di quello che sta avvenendo col cambiamento climatico. Sono fermamente convinto che stiamo entrando in una situazione di irreversibilità. Non raggiungeremo l’obiettivo del contenimento della temperatura previsto. I disastri che stanno avvenendo saranno implementati». Sono le parole del fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, che questa mattina ha partecipato all’inaugurazione dell’undicesima edizione di Slow Fish, evento in programma fino al 4 giugno nell’area del Porto Antico.
«La società civile deve dare una risposta collettiva per sollecitare la politica a prendere decisioni – ha rimarcato Petrini all’Agenzia Dire – a oggi la decisione politica a livello planetario è inesistente. Da trent’anni chiediamo una legge di tutela dei suoli, ma non si ottiene niente. Speriamo che dalla società civile parta un movimento forte».
Un passo fondamentale, per il fondatore di Slow Food, è abbandonare una volta per tutte l’utilizzo della plastica monouso: «Facciamola finita con la plastica monouso, elemento distintivo dell’industria alimentare. Basta, basta: io non voglio più consumarla in nessuna maniera − ha ribadito −. La situazione sta diventando drammatica: isole grandi come regioni stanno inquinando non solo gli Oceani, ma anche i nostri mari. Inoltre noi mangiamo microplastiche quotidianamente perché sono entrate nel circuito alimentare. Da Genova e da Slow Fish deve partire l’impegno per ognuno di noi: non utilizzare in alcuna forma la plastica monouso. Genova deve diventare un punto di riferimento di questi comportamenti virtuosi».
Non è dello stesso parere ministro delle Politiche agricole e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida che replica: «Limitare o abolire totalmente l’uso della plastica non lo riteniamo oggi idoneo, specie se nel resto del mondo non si fanno scelte omogenee o vicine a questa. Stiamo lavorando anche in Europa per avere pragmaticamente una risposta che salvaguardi da una parte la sostenibilità ambientale, dall’altra quella produttiva, perché solo se procedono in parallelo si può garantire un equilibrato modello di sviluppo che garantisca un equilibrio sociale, che va sempre mantenuto».
«Abbiamo chiesto anche all’Europa di lavorare sull’utilizzo della plastica facendo delle scelte che non cambiano ogni volta in maniera radicale – aggiunge il ministro all’Agenzia Dire – l’Italia oggi è leader nel riciclo, in Europa siamo stati in grado di anticipare gli obiettivi di diversi anni, crediamo che quella sia una strada che ha visto l’Europa investire».